Alfano scopre l'emergenza carceri

I penitenziari italiani sono ormai considerati una calamità. Non naturale ma umana. E per questo il ministro di Giustizia Angelino Alfano è andato ieri in Parlamento a rispondere alle istanze contenute nelle varie mozioni sulle carceri. Il classico colpo in contropiede che è stato accolto anche con un certo apprezzamento di massima. Il ministro ha aggiunto che oggi in Cdm presenterà, inoltre, un Piano Carceri che contiene un programma "di edilizia carceraria" adeguata al livello delle "esigenze di capienza dei nostri istituti" per un numero complessivo di 80 mila posti. Ci sarà, quindi, "una norma di accompagnamento che attenui il sistema sanzionatorio per chi deve scontare piccolissimi residui di pena". Alfano ha annunciato, infine, che il "terzo pilastro" degli interventi è la previsione dell`assunzione di 2000 agenti di polizia penitenziaria "per migliorare le condizioni di lavoro e la situazione generale delle carceri". Infine ha vantato la costruzione di 1800 posti in più in questi due anni contro la sostanziale inerzia del governo Prodi. Da parte governativa un passo significativo perché dopo quasi due anni si passa dai proclami un po` a effetto sul piano carceri del capo del Dap Franco Ionta, che è praticamente un libro dei sogni, o dei deliri se si pensa al progetto di mettere i detenuti su battelli galleggianti ancorati nei principali porti italiani, al riconoscimento che c`è un`emergenza in atto: appunto quella dell`emergenza dei sovraffollamento e delle condizioni disumane dei penitenziari italiane. E questo vale tanto per chi ci sconta la pena tanto per chi lavora. Non a caso da due giorni davanti a Montecitorio anche i sindacati degli agenti di custodia, come il Sappe e l`Osapp, svolgono un sit in di protesta parallelo a quello dei militanti della Lista Bonino Pannella. E anche gli agenti di custodia oltre all`assunzione di nuovo personale e dell`integrazione di educatori e psicologi, chiedono la decarcerizzazione di molti reati e la possibilità di usufruire di pene alternative per i reati di minore allarme sociale. Due campagne elettorali, quella del 2006 e quella del 2008, fatte con gli alti lai sull`emergenza stupri piuttosto che su quella Rom hanno prodotto questo casino. Grida manzoniane come "tutti in galera" o "certezza della pena", abbracciate e condivise sotto elezioni da un arco costituzionale che va da Di Pietro alla Lega, passando per ampi strati del Pd e del Pdl, hanno creato l`attuale situazione. Per non parlare di altri problemi non da poco come il 41 bis che oltre a farci diventare la pecora nera dei consesso internazionale in materia di detenzioni al limite dell`umanità o della "tortura" (gli Usa dove pure vige la pena di morte non ci hanno estradato un mafioso per questo motivo) hanno di fatto generato una fabbrica di pentiti molto sensibili a istanze politiche dei pm in chiave anti governativa in generale e anti Cav in particolare. Tra le proposte della Bernardini quella risolutrice sarebbe l`amnistia condizionata al risarcimento del danno. Che non è un nuovo inutile provvedimento di clemenza o almeno non solo quello. In realtà si tratta di una misura deflattiva che rispetto alla prescrizione da 200 mila processi l`anno presenta l`indubbio vantaggio per la vittima di non attaccarsi al tram. II circuito detentivo dovrebbe espellere almeno i tossicodipendenti e gli extra comunitari in galera per i soli reati legati alla clandestinità. Un esercito di oltre 30 mila persone che si aggiungono alle altrettante in attesa di giudizio che in realtà scontano in galera un buon anticipo di pena, a torto o a ragione (visto che almeno un terzo viene poi assolto) . Carceri così non solo diventano per l`Italia un`ipoteca sul rispetto degli standard Ue, con possibili spade di Damocle di aperture di procedure di infrazione anche estreme (Pannella infatti chiede che l`Europa ci cacci, ndr) , ma sono l`esatto contrario della certezza della pena tanto invocata quando si va a "Porta a porta" a parlare di delitti di sangue. La verità è che il problema carceri si intreccia con quello della riorganizzazione della giustizia penale che oramai è diventata una giustizia di classe. Nelle carceri per lo più ci vanno gli emarginati della vita e anche della criminalità organizzata. Secondo i dati ufficiali, in Italia l`arretrato pendente sfiora la cifra iperbolica di 5 milioni e mezzo di procedimenti penali che sarebbero molti di più se solo negli ultimi dieci anni non si fossero contate ben due milioni di prescrizioni. È stato il Ministero della giustizia a fornire questi Dati prima dei dibattito. Tra questi 200 mila prescritti l`anno, se si facesse una ricerca, si vedrebbero preponderanti i cosiddetti colletti bianchi e i grandi criminali che si possono permettere avvocati costosi. Se in qualche maniera, magari anche con lo stato di emergenza, il governo non riuscisse a invertire questa tendenza, genererà il sospetto che al potere questo "status quo" stia più che bene.
© 2010 Radicali italiani. Tutti i diritti riservati
SU
- Login to post comments