Alfano: è emergenza, via al piano carceri

Il governo potrebbe varare oggi il piano carceri, dichiarando lo «stato di emergenza» per il sovraffollamento. Il Guardasigilli, Angelino Alfano, lo proporrà oggi al Consiglio dei ministri, per appianare la strada alle misure predisposte e «poggiate su tre pilastri». Un piano di edilizia straordinaria che promette di far salire a 80 mila, dagli attuali 63 mila, i posti in cella. Un aumento di «oltre duemila unità» degli agenti penitenziari. E «riforme di accompagnamento» che faciliteranno la concessione degli arresti domiciliari ai detenuti con un anno di pena residuo. Il ministro Alfano ha raccolto l`applauso dell`aula che ieri ha approvato cinque mozioni sul carcere (compresa quella radicale che impegna il governo a ridurre i tempi di custodia cautelare). «Parere favorevole» anche dall`Anm e dai sindacati degli agenti penitenziari. Ma l`opposizione con l`Idv teme che «lo stato di emergenza diventi una scusa per fare affari» e ricorda che prima di Tangentopoli ci fu lo scandalo «carceri d`oro». Il capogruppo Pd Franceschini chiede ad Alfano di garantire «che il governo non abuserà dello strumento dell`ordinanza». Il pd Orlando aggiunge: «Il governo è poco credibile. Ora vediamo il piano». Dubbi anche da associazioni di tutela dei detenuti come Antigone che parla di “bluff”. Alfano assicura:.«Affiancheremo all`edilizia carceraria norme che deflazionino la presenza in carcere, ma non ci sarà nessun abuso». Se sarà proclamato lo stato di emergenza il capo del Dap, Franco Ionta, già nominato commissario straordinario per le carceri, avrà poteri ulteriormente rafforzati. Analoghi a quelli esercitati da Guido Bertolaso nel dopo sisma dell`Aquila con la costruzione delle «casette» per i terremotati. Potere di derogare alle norme, avvalersi di consulenti esterni e segretare le procedure per gli appalti. In una bozza di piano delle carceri, messa a punto lo scorso ottobre, questa possibilità era già adombrata. Le procedure per la costruzione delle nuove carceri saranno così semplificate e, sotto la responsabilità del presidente del Consiglio, la documentazione relativa agli appalti potrà essere classificata come «riservatissima». Secondo la bozza «tale livello si presenta idoneo a selezionare gli operatori economici interessati agli appalti e a proteggere la documentazione relativa».
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