Alemanno: è un trauma. Nessuno ha pensato di cambiare i nomi

Dalla Rassegna stampa

Signor Direttore, non posso certo nascondere lo sconcerto che mi ha preso quando, in un giornale autorevole come il Suo, ho visto dare spazio - in seconda e terza pagina con richiamo in prima nazionale - a una illazione tanto grave e offensiva quanto infondata e inverosimile.
La mancata accettazione della lista del Pdl a Roma è un evento tanto traumatico quanto incredibile, che genera frustrazione e rabbia per il rischio di non poter votare liberamente in elezioni così importanti come quelle regionali. Anche come primo cittadino della Capitale, al di sopra di ogni spirito di parte, sono francamente preoccupato delle conseguenze che avrebbe una elezione così alterata nella forma e nella sostanza.
Ma ipotizzare che alla base di questo incidente ci sia stato un mio personale tentativo di sostituire il capolista per favorire un candidato da me sostenuto, è veramente una cosa inaccettabile. Non si tratta solo di un'accusa offensiva che viene avanzata esclusivamente sulla base di presunte voci senza uno straccio di indizio concreto. Siamo di fronte a una ricostruzione dei fatti che risulta impossibile dal punto di vista razionale e materiale.
Come hanno spiegato i responsabili del Pdl romano e laziale, per alterare l'ordine dei candidati di una lista è necessario modificare almeno duecento moduli di presentazione reinserendovi tutte le firme dei presentatari. Che tutto questo possa avvenire nel corridoio di un ufficio elettorale è chiaramente impossibile e non può avere neanche la dignità di un`ipotesi.

 

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