Alemanno e tanti politici al test antidroga

Testa china a beneficio di telecamera e via una ciocca di capelli. Il primo a sottoporsi al test antidroga è Gianni Alemanno, sindaco di Roma. Ma il sottosegretario Carlo Giovanardi, che ha lanciato la campagna tra politici e amministratori, annuncia che sono già parecchie decine ad aver accettato di sottoporsi all´esame. Si partirà lunedì, negli ambulatori romani della presidenza del Consiglio. Per dimostrare che «il Parlamento non è una fumeria di oppio».
Il caso Marrazzo ancora aperto, il solito sospetto sulla cocaina in circolazione nei palazzi del potere e il centrodestra torna alla carica. Era già capitato nell´estate 2007, anche lì, sulla scia di uno scandalo, quello che ha coinvolto l´allora deputato Cosimo Mele con una prostituta. I centristi Udc si erano sottoposti in massa al test volontario con tanto di camper davanti Montecitorio, mentre il ddl che lo rendeva obbligatorio per i deputati si è presto arenato in commissione.
«Ho fatto il test, il risultato lo avrò sabato. È stato complicatissimo e lunghissimo, credevo fosse più veloce» racconta un soddisfatto Alemanno, sindaco di Roma, preannunciando che assessori e consiglieri lo seguiranno, «si creerà un meccanismo che renderà difficile tirarsi indietro». Ma gli occhi sono puntati su Camera e Senato. È già boom di richieste, fa sapere il sottosegretario con delega alle politiche antidroga Giovanardi. Parla di «opportunità» data ai deputati, che potranno sottoporsi al test delle urine per rilevare il consumo di cocaina, cannabis, anfetamina, eroina. E il suo dipartimento rassicura: «Accederanno agli ambulatori della presidenza del Consiglio in totale privacy e anonimato. Gli esami non saranno collegabili a un nome. I parlamentari ritireranno i risultati in base a un codice. Noi non conosceremo i loro nomi, solo il dato aggregato: quanti saranno negativi e quanti positivi». Troppo poco, secondo Antonio Di Pietro che si sottoporrà al test, chiede che tutti i parlamentari dell´Idv facciano altrettanto, ma anche che «vengano resi noti i risultati di tutte le analisi e i nomi dei parlamentari che non si sono voluti sottoporre all´esame». Per la radicale Rita Bernardini i test «sono solo demagogia».
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