Al via la scuola di formazione politica del Terzo Polo

Dalla Rassegna stampa

«Siete davvero in duecento? Duecento giovani qua al Labro a discutere di politica? Complimenti. Però, mi raccomando, come diceva don Milani, sporcatevi le mani». Pier Ferdinando Casini, leader dell'Udc, ci tiene a fare i complimenti a Francesco Rutelli, presidente dell'Api, per la scuola di formazione alla politica che l'Api, per tutto il Terzo Polo, ha messo in piedi. Erano più di cento l'anno scorso, alla prima festa nazionale dell'Api, sono 200 oggi. Peraltro, sui 45 mila tesserati che risultano iscritti all'Api quest'anno, ben il 30%, sono giovani: il fiore all'occhiello di Rutelli.

Ad attrarre i ragazzi, tutti rigorosamente under 30, rapporto uomini-donne 60 a 40, è l'originale formula del Campus Giovani dell'Api, rimessa a punto da loro stessi. La miscela sta in un 50% di saper fare politica e in un 50% di saperla pensare. Ai moduli ci ha pensato Cristina De Luca, forte della lunga militanza scout. Tre i filoni e 20 i laboratori. Il primo è «Come organizzare la politica», il secondo è «Come comunicare la politica», il terzo è sul rapporto tra «La politica e la Rete». Il responsabile nazionale dell'Esecutivo Api, Donato Mosella punta a «valorizzare i giovani più bravi con il criterio meritocratico», ammette «le scarse risorse e il poco tempo», e li sfida: «Chi vuole far politica deve dircelo. Garantiamo spazi e opportunità, chiediamo impegno». Laura Vermeri, 25 anni, l'ha fatto: l'anno scorso era solo una dei partecipanti, oggi è il segretario dei giovani apisti e guida la fusione dei movimenti giovanili di Api, Udc e Fli nel Terzo Polo. Marco Cappa, a 26 anni, è presidente dei Giovani democratici europei (Yde) che raggruppa i movimenti giovanili di tutti i partiti liberal-democratici europei-Alde: «Abbiamo invitato blogger egiziani e democrat Usa». Per imparare, anche, a vincere.

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