Aids, un contagio ogni 3 ore ma le vittime sono in calo

Dalla Rassegna stampa

Centocinquantamila le persone sieropositive che vivono in Italia. Dove, ogni tre ore, si conta ancora un nuovo contagio. Nell'80% dei casi per via sessuale. A rischio, soprattutto le donne che, in maggioranza, sottovalutano la minaccia dell'infezione. Le vittime sono in calo. Ecco il nostro paese il 1 dicembre, Giornata mondiale dedicata all'Aids. Uno scatto che disegna una popolazione, tutto sommato, distratta nei confronti di un virus che la medicina ha messo a bada ma che continua ad infettare. Gli ultimi dati, ministero della Salute e Istituto superiore di sanità, mostrano che coloro che oggi contraggono l'Hiv sono persone diverse rispetto a quelle di una ventina di anni fa rappresentate soprattutto da tossicodipendenti o gay. Ora il virus si trasmette principalmente attraverso rapporti non protetti. Sia Carla Bruni eterosessuali che omosessuali.

Allarme per le donne. Il 40% delle sieropositive ha scoperto tardi, infatti, di essere entrata in contatto con l'Hiv. Spesso questo coincide con l'arrivo della fase conclamata della malattia. Il settanta per cento, secondo gli epidemiologi, vengono infettate da un partner stabile, mentre il 76% degli uomini contrae il virus durante un rapporto occasionale. Età media di chi si è accorto di essersi infettato: 39 anni lui, 35 anni lei.

«La sensazione è che la popolazione non sia totalmente consapevole della presenza del virus - commenta Giovanni Rezza, direttore del Dipartimento di malattie infettive dell'Istituto superiore di sanità -. Contiamo tremila infezioni l'anno. Più al Nord con un picco maggiore che si registra in Emilia Romagna, 8,4 diagnosi ogni centomila abitanti. Quindi il Lazio con 8,3. La sopravvivenza si è allungata grazie alle terapie antiretrovirali ma dobbiamo continuare a lavorare sulla prevenzione». Dal ministero della Salute spot radiofonici e il numero verde 800-861061 per avere informazioni.

Ieri, durante le diverse celebrazioni in tutto il mondo, si sono alzate le voci dei pazienti, dei capi di Stato (Obama ha annunciato che l'America aumenterà di 50 milioni di dollari il suo impegno di lotta contro l'FIiv in tutto il mondo), dei medici, dei testimoniai contro l'infezione. Come la première dame di Francia Carla Bruni: «Non bisogna abbassare la guardia davanti al virus dell'Aids, il problema non è affatto risolto. Mi toccò personalmente, colpendo qualcuno della mia famiglia». Riferendosi alla morte del fratello, Virginio, marinaio e fotografo scomparso nel 2006. «In Francia - ha detto la Bruni ai microfoni di Europe I - ci sono ancora 50mila persone che ignorano di essere portatrici del virus Hiv. È incredibile». In Italia, una situazione simile. Per tutti quei pazienti che non arrivano in tempo alle cure e per tutti quelli che ancora sono discriminati.

«Ci sono stati veri e propri bandi di lavoro - fa sapere il vicepresidente della Commissione anti-Aids Mauro Moroni - che prevedono l'esecuzione dei test fatti abusivamente. Stiamo lavorano per evitare queste violazioni della legge». In veneto un giovane sieropositivo si è visto rinnovare la patente per soli due anni anziché i dieci previsti. Aveva riferito ai medici di prendere farmaci di una terapia anti-Aids. Deputati radicali hanno presentato interrogazioni al ministero della Difesa in cui si mette in evidenza che, nonostante le indicazioni dell'Organizzazione mondiale della sanità, si richiedono i test per l'accesso alle Forze Armate. «Il personale sanitario militare inoltre - si legge non vede riconosciuto l'accesso ai farmaci antiretrovirali da somministrarsi entro 1-4 ore dall'esposizione a rischio di puntura accidentale di ago».

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