Affissioni: la Casta imbratta ma non paga?

Dalla Rassegna stampa

Mario Staderini ha calcolato che i Comuni ci hanno rimesso finora un miliardo e 700 milioni. Una cifra superiore al feroce taglio dei trasferimenti statali ai municipi italiani deciso quest'anno dal governo come antipasto di un presunto federalismo fiscale. Magari il segretario del Partito radicale esagera. Oppure no. Ma questo dettaglio non mette in discussione che questa ennesima sanatoria sia uno dei più grandi scandali perpetuati nel Paese degli scandali.

Dal 1996 il parlamento ha approvato sei condoni per le multe che avrebbero dovuto pagare alle amministrazioni comunali i partiti e i singoli politici per l'affissione abusiva dei manifesti elettorali con i quali imbrattano i muri delle nostre città.

Parliamo di 80, forse 100 milioni l'anno, che avrebbero consentito ai Comuni di aprire qualche asilo nido, riparare le buche delle strade, comprare un autobus nuovo. Un danno colossale, ma anche una beffa ai cittadini. I quali, mentre i partiti scampavano alle contravvenzioni grazie alle sanatorie votate dai loro rappresentanti in parlamento (destra e sinistra unite), si vedevano appioppare salatissimi aumenti delle tariffe. Come è accaduto nel «milleproroghe», dove hanno 

Infilato l'ultimo dei sei condoni per i manifesti abusivi. E dove, qualche articolo più in basso, si sono autorizzati i Comuni a portare le tasse sulla spazzatura a livelli astronomici. Una vergogna. Al punto che ci permettiamo di dare un suggerimento a Roberto Calderoli. Insieme alle migliaia di leggi inutili che ha cancellato, abolisca il provvedimento con cui si prevedono multe per chi affigge manifesti abusivi. C'è legge più inutile di quella?

 

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