Affari loro e soldi nostri

I partiti sono uno strumento essenziale della democrazia. Il loro contributo alla causa della libertà è stato immenso. Ci sono uomini e donne che hanno pagato con la vita, altri che hanno sacrificato ogni cosa per il bene comune. Ma da trent’anni questa missione è oscurata da un inarrestabile declino della qualità della classe dirigente e dalla distruzione delle regole di partecipazione. Furono i partiti a fondare la nostra Repubblica, ora rischiano di affondarla. È una dura lezione che finora non è stata compresa né dall’establishment né dal popolo. Il primo si arrocca in una difesa vana dello status quo, il secondo cerca sfogo nell’antipolitica. I politici percepiscono il pericolo, ma non hanno il coraggio di porvi rimedio in maniera rapida e incisiva. L’elettore è tentato dal non voto o dal voto con il «vaffa» incorporato. Sono due strategie opposte che conducono a un solo esito finale: l’ingovernabilità. Lo scandalo delle Regioni ha scoperchiato il pentolone di un finanziamento deviato ma legalizzato che non ha eguali in Occidente. Un fiume di denaro che passa dai contribuenti che pagano le tasse agli enti locali e finisce dritto nelle casse dei partiti. I fini istituzionali vengono traditi dall’uso e consumo della cassa. Dire che «la politica costa» è una banalità, lo sappiamo benissimo. Il problema è che quel che stiamo scoprendo in molti casi ha poco a che fare con la politica e l’attività sul territorio. Dopo aver già incassato enormi rimborsi elettorali e indennità mensili di tutto rispetto, i gruppi consiliari della Regione Lazio hanno avuto a disposizione fondi supplementari per milioni di euro. Nel momento in cui il Paese - nel pieno della recessione economica - è sottoposto a tagli, risparmi e tassazione crescente, la politica doveva dare il buon esempio. E invece no. I partiti hanno incassato e speso cifre iperboliche per attività che potevano essere finanziate attraverso i già cospicui fondi messi a disposizione dalle più che generose norme generali. Hanno preferito spremere i limoni. Quei fondi sono stati usati da tutti i partiti, nessuno escluso. I bilanci che pubblichiamo parlano da soli. Nero su bianco. Siamo così arrivati al secondo piatto del pantagruelico pasto della Regione Lazio. Domani cominciamo a servire in tavola il dolce. Mettetevi comodi. Ci saranno molte portate. Amare.
© 2012 Il Tempo. Tutti i diritti riservati
SU