Accordo rispettato: 126 scarcerati

Trentasette dissidenti cubani, di recente liberati dal carcere, e i loro famigliari (circa duecento persone) arriveranno questa mattina a Madrid in un volo charter organizzato dal governo spagnolo. Si chiude così l'accordo negoziato nel luglio dell'anno scorso fra il presidente Raul Castro e l'allora ministro degli esteri spagnolo Miguel Angel Moratinos, mediato dal cardinale Jaime Ortega, arcivescovo dell'Avana. In quel negoziato Elizardo Sanchez, leader della Commissione diritti umani a Cuba (non riconosciuta ma tollerata dal governo) presentò una lista di 163 detenuti, ma le autorità cubane rifiutarono la richiesta di liberazione di 30 nomi, condannati per atti di terrorismo.
Finora sono arrivati in Spagna 78 ex-detenuti con le rispettive famiglie. Con quelli in arrivo oggi in tutto saranno 114 (anche se alcuni di loro hanno poi scelto altri paesi, soprattutto gli Stati Uniti). Dodici dei 126 ex-detenuti liberati dal luglio scorso hanno preteso di restare a Cuba, cosa che all'inizio le autorità cubane avevano rifiutato e poi accettato. Fra quelli scarcerati nelle ultime settimane e attesi oggi a Madrid c'è Orlando Fundora, del «gruppo dei 75» presi, processati e condannati nell'ondata repressiva della primavera del 2003, liberato due anni fa per motivi di salute. Gli altri in arrivo non sono parte dei 75. Con questi ultimi 37 più i famigliari, saranno 650 i cubani dissidenti (che le autorità dell'Avana considerano «mercenari» al soldo degli Usa) arrivati in Spagna dal luglio 2010. La maggior parte di loro ha accettato lo status di «protezione internazionale assistita» che prevede la concessione del permesso di residenza e lavoro e apre la porta all'acquisizione della nazionalità dopo due anni.
© 2011 Il Manifesto. Tutti i diritti riservati
SEGUICI
SU
FACEBOOK
SU