Accompagnamento coatto, i pm di Napoli frenano

Dalla Rassegna stampa

Per adesso non ci sarà alcuna richiesta di accompagnamento coatto del premier, che i magistrati di Napoli vogliono ascoltare come persona informata sui fatti. La Procura di Napoli, impegnata nelle indagini sulla presunta estorsione a Silvio Berlusconi, prende tempo in attesa dell'udienza del tribunale del Riesame, che dovrà pronunciarsi sull'arresto di Gianpaolo Tarantini, sul mandato per Valter Lavitola (latitante) e sulla competenza territoriale. L'appuntamento è fissato per domani e solo successivamente i pm decideranno. I magistrati napoletani, secondo le ultime indiscrezioni, intenderebbero rivendicare la titolarità.

La batteria della politica, intanto, si muove e il capogruppo del Pdl alla Camera Fabrizio Cicchitto annuncia: il Parlamento farà barriera contro l'eventualità che Berlusconi sia costretto a presentarsi.

Ma il procuratore di Napoli, Giovandomenico Lepore, non vuole sentir parlare di «ultimatum» e preferisce la via della trattativa. Ieri ha ripiegato, definendo l'ipotesi di accompagnamento coatto come una procedura da «extrema ratio». Nessuna intenzione di rinunciare all'audizione, ma meglio la via soft. Una scelta non condivisa da Luca Palamara, presidente dell'Associazione nazionale magistrati: «Se avessi bisogno di sentire la persona offesa per la mia indagine, ricorrerei a tutti gli strumenti. E l'accompagnamento coattivo è una possibilità che sicuramente praticherei. La legge è uguale per tutti». Per Chicchitto una simile ipotesi rappresenterebbe «un atto di grave irresponsabilità» da parte dei magistrati, contro il quale il Pdl farebbe muro. A una simile eventualità «tutto il Parlamento dovrebbe rispondere». Alla domanda su che cosa potrebbe accadere se il premier continuasse a rifiutare la deposizione, Cicchitto ha risposto: «Non vengono a prenderlo i carabinieri, non siamo ancora ai tempi di Pinochet».

Di dittatori e di pericoli collegati alla democrazia sono in molti a parlare. La Santanché invita alla mobilitazione. In queste ore di tensione suonano distensive le parole del ministro leghista Calderoli: «Berlusconi mangerà il panettone e anche la colomba» mentre i radicali di Pannella insistono sulla necessità di un'amnistia come atto fondativo della riforma della giustizia. Amnistia che potrebbe riguardare anche Berlusconi: «È un prezzo che siamo disposti a pagare», ha spiegato Emma Bonino.

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