Abile mossa di Casini

C'è chi comprende dove spira il vento e chi si ostina nella politica tanto vecchia quanto impopolare. L'ufficio di presidenza della Camera, quando ha dovuto affrontare la questione dei privilegi riservati agli ex presidenti, ci è andato piano piano. Infatti, la decisione non è stata assunta all'unanimità e potrebbe essere rivista. Fra l'altro, l'organo si compone oggi di ben 23 membri, in luogo dei 16 ordinari previsti dal regolamento (erano 13 nella Camera regia), per consentire artificiosamente un incremento di poltrone (e dei relativi vantaggi).
È noto che, a fare le spese dei tagli, saranno Pietro Ingrao e Irene Pivetti. Il primo, prossimo ormai al secolo di vita, non si è lamentato. L'altra ha pensato bene di protestare, vivacemente in nome dei quattro dipendenti che finora sono stati mantenuti dall'erario.
Il fatto, però, di aver prorogato fino al 2023, per gli altri ex presidenti e per l'attuale numero uno di Montecitorio, gli svariati vantaggi (segreteria, stanze, telefoni, autovettura...) di cui godono, ha sollevato vivissime proteste. L'antipolitica ha potuto ampiamente sfogarsi.
Il più abile si è rivelato Pier Ferdinando Casini. Rinunciando subito alla sinecure di cui avrebbe potuto fruire per anni ancora, ha senza dubbio pagato in termini di vantaggi personali, ma ne ha tratto un indiscutibile guadagno quanto a buona fama.
La pubblicità che ne ha tratto è senz'altro superiore a quella che avrebbe potuto procacciarsi se avesse monetizzato i benefici cui ha rinunciato e avesse usato il ricavato per farsi propaganda.
Un fenomeno del genere si ebbe quando i radicali distribuirono a chi ne avesse fatto richiesta una parte delle somme introitate come finanziamento pubblico. A colpi di banconote da 50mila lire, ricevettero una pubblicità largamente superiore a quella che l'esborso effettuato avrebbe consentito se usato per i normali canali della propaganda.
Casini, vecchia volpe della politica, ha compreso subito che atteggiamenti protestatari, come quello della Pivetti (non più in politica), o di accettazione dello status quo, come ha fatto Luciano Violante, avrebbero recato disdoro e antipatia.
Il liberarsi in poche ore della segreteria cui aveva diritto l'ha reso un solista fuori del coro dei politicanti, agli occhi di milioni di cittadini stanchi della politica, dei costi della politica, dei professionisti della politica, degli assurdi vantaggi della politica (stanchi a torto o a ragione, non ha qui rilievo). Gli ha riversato simpatia, distinguendolo dalla connotazione negativa che ormai involve l'intero mondo politico.
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