I 95 anni di Toaff, una fondazione e una mostra per celebrare l'ex rabbino capo

Novantacinque anni, e per celebrarli, una fondazione che porterà il suo nome e diffondere la cultura ebraica, un libro firmato da Anna Foa, e una mostra con sue foto e documenti aperta al pubblico da domani al 29 giugno. C’erano davvero tante persone ieri sera all’hotel Hilton a festeggiare Elio Toaff, rabbino della comunità ebraica romana dal 1951 al 2001.
Partigiano, più volte indicato come possibile senatore a vita (come vorrebbe anche un appello firmato da tanti su Facebook), l’exrabbino Elio Toaff è stato festeggiato non soltanto dalla sua comunità. Con i loro canti, sono stati i bambini delle quinte della scuola Vittorio Polacco ad aprire la festa. «Gli auguriamo di vivere fino a 120 anni, come Mosè» dice un’insegnante, ribadendo un augurio già proposto da Riccardo Pacifici, presidente della comunità ebraica romana. Vengono letti i messaggi di Giorgio Napolitano e, dal suo segretario don Georg, di Benedetto XVI. Toaff - una delle due persone citate nel testamento da Giovanni Paolo II che accolse nella storica visita al Tempio maggiore - ascolta, ringrazia, sorride quando viene letto l’augurio del suo concittadino Carlo Azeglio Ciampi: «Elio carissimo, siamo di Livorno, deh».
Il suo compleanno era venerdì. Ieri lo hanno voluto omaggiare tutti, in un albergo blindato anche per la presenza dell’Inter. Per Riccardo Di Segni, suo successore come rabbino capo a Roma, Toaff è stato «l’uomo del dialogo, l’amico del Papa, ma anche per 60 anni, maestro di Torah». Pacifici fa gli auguri anche a Marco Pannella, fresco ottantenne presente in sala, saluta Alemanno, Zingaretti e Polverini, e, tra gli altri, i sopravvissuti della Shoah. Alemanno lo chiama «cittadino onorario di Roma. Tutta la città si inchina alla sua saggezza». Zingaretti lo definisce «punto di riferimento di tutti gli italiani. Si è speso perché anche nei momenti più duri potessero prevalere confronto e dialogo». Ermanno Tedeschi, presidente della neonata fondazione Toaff, ne presenta compiti e obiettivi, ma è Andrea Riccardi, fondatore della comunità di Sant’Egidio, a fare il pieno di applausi: «La sua vita – dice –è stata un messaggio di speranza. Ha mostrato la gioia di essere uomo ed ebreo anche davanti all’odio. Un vero genio italiano che onora questo Paese di cui è stato un grande leader spirituale». Toaff ringrazia tutti, mentre viene mostrato un filmato che ne raccontai 50 anni da rabbino capo e che sarà visibile alla mostra, al Museo ebraico: «Se sono felici gli altri- diceva ancora Riccardi, citando una frase di Toaff - sono più felice anche io». E ieri sembrava felice.
Partigiano, più volte indicato come possibile senatore a vita (come vorrebbe anche un appello firmato da tanti su Facebook), l’exrabbino Elio Toaff è stato festeggiato non soltanto dalla sua comunità. Con i loro canti, sono stati i bambini delle quinte della scuola Vittorio Polacco ad aprire la festa. «Gli auguriamo di vivere fino a 120 anni, come Mosè» dice un’insegnante, ribadendo un augurio già proposto da Riccardo Pacifici, presidente della comunità ebraica romana. Vengono letti i messaggi di Giorgio Napolitano e, dal suo segretario don Georg, di Benedetto XVI. Toaff - una delle due persone citate nel testamento da Giovanni Paolo II che accolse nella storica visita al Tempio maggiore - ascolta, ringrazia, sorride quando viene letto l’augurio del suo concittadino Carlo Azeglio Ciampi: «Elio carissimo, siamo di Livorno, deh».
Il suo compleanno era venerdì. Ieri lo hanno voluto omaggiare tutti, in un albergo blindato anche per la presenza dell’Inter. Per Riccardo Di Segni, suo successore come rabbino capo a Roma, Toaff è stato «l’uomo del dialogo, l’amico del Papa, ma anche per 60 anni, maestro di Torah». Pacifici fa gli auguri anche a Marco Pannella, fresco ottantenne presente in sala, saluta Alemanno, Zingaretti e Polverini, e, tra gli altri, i sopravvissuti della Shoah. Alemanno lo chiama «cittadino onorario di Roma. Tutta la città si inchina alla sua saggezza». Zingaretti lo definisce «punto di riferimento di tutti gli italiani. Si è speso perché anche nei momenti più duri potessero prevalere confronto e dialogo». Ermanno Tedeschi, presidente della neonata fondazione Toaff, ne presenta compiti e obiettivi, ma è Andrea Riccardi, fondatore della comunità di Sant’Egidio, a fare il pieno di applausi: «La sua vita – dice –è stata un messaggio di speranza. Ha mostrato la gioia di essere uomo ed ebreo anche davanti all’odio. Un vero genio italiano che onora questo Paese di cui è stato un grande leader spirituale». Toaff ringrazia tutti, mentre viene mostrato un filmato che ne raccontai 50 anni da rabbino capo e che sarà visibile alla mostra, al Museo ebraico: «Se sono felici gli altri- diceva ancora Riccardi, citando una frase di Toaff - sono più felice anche io». E ieri sembrava felice.
© 2010 La Repubblica - ed. Roma. Tutti i diritti riservati
SEGUICI
SU
FACEBOOK
SU
- Login to post comments