14 testimoni per Gugliotta: "Picchiato senza un motivo"

Dalla Rassegna stampa

 

È una richiesta unanime di chiarezza quella che arriva sul caso di Stefano Gugliotta, il ragazzo arrestato a Roma la sera della finale di Coppa Italia dopo un pestaggio da parte della polizia che è stato ripreso con il telefonino da due testimoni.
I filmati nei giorni scorsi hanno fatto il giro delle tv nazionali e provocato l’indignazione dell’opinione pubblica e della politica. Da ieri sono all’attenzione della procura di Roma: il pm Francesco Polino cercherà di identificare i poliziotti ripresi mentre picchiano Gugliotta, poi li sentirà e «se dovessero emergere fattispecie penalmente rilevanti a carico dei poliziotti - ha fatto sapere la procura sarà aperto un altro fascicolo». Al momento l’unico fascicolo aperto resta quello sugli incidenti avvenuti dopo la partita Roma-Inter. Anche la Questura ieri ha fatto sapere che «procederà a verificare, con scrupolo e massima trasparenza, l’esatta dinamica non potendosi tollerare eccessi e abusi». Ma anche precisato di
«attendere le valutazioni dell’autorità giudiziaria». Le notizie sono arrivate in un giorno in cui tra visite in carcere, interrogazioni in Parlamento e mozioni in Campidoglio, la politica ha chiesto compatta di sapere come e perché sia andato l’arresto di questo ragazzo di 25 anni, che è accusato di resistenza e lesioni a pubblico ufficiale, ma che è stato fermato e picchiato sotto casa sua, nei pressi dell’Olimpico, in modo del tutto «gratuito», come sono pronte a testimoniare 14 persone, e mentre stava andando non allo stadio ma alla festa del cugino, come ha spiegato la madre Raimonda. «Gli agenti - ha detto la donna - avevano la possibilità di identificarlo con tutta calma ma così non è stato. Meno male che ci sono tanti testimoni. A prescindere dal fatto che uno possa essere un delinquente o meno, non si tratta così una persona».
Ieri a visitare Gugliotta in carcere sono andati il segretario e la deputata radicali Mario Staderini ed Elisabetta Zamparutti, il segretario di "Nessuno tocchi Caino" Sergio D’Elia, e il parlamentare dell’Idv Stefano Pedica. Tutti lo hanno descritto «molto scosso» per quell’arresto che non sa spiegarsi e che lo tiene in carcere da quasi una settimana. «Ha perso un dente, ha sei punti sulla testa - hanno spiegato i radicali - e ha ematomi al braccio e alla gamba sinistra». Un altro dettaglio sconcertante è stato riferito da Pedica: il ragazzo gli ha raccontato che in cella gli è stato chiesto di firmare un foglio in cui si diceva che avrebbe rifiutato visite mediche supplementari. Il giovane si è opposto e solo dopo gli è stato presentato un modulo senza risposte preconfezionate.
Sempre ieri sono state presentate tre interrogazioni. urgenti al ministro dell’Interno: una dei radicali, una della deputata del Pdl Paola Frassinetti e una dal senatore del Pd Felice Casson. Inoltre, il Pd del Comune di Roma ha presentato una mozione in cui si chiede l’immediata scarcerazione del ragazzo e un accertamento sulle sue condizioni di salute, che è stata sottoscritta anche dai consiglieri del Pdl Ugo Cassone e Alessandro Cochi. Anche il sindaco Gianni Alemanno è intervenuto sottolineando che «è necessario fare al più presto chiarezza sulla vicenda». «Sono convinto - ha aggiunto - che si stia lavorando per fare piena luce non solo nell’interesse dei giovane, ma anche delle forze dell’ordine». Una posizione condivisa dalla governatrice del Lazio, Renata Polverini.
La vicenda, infatti, si presenta come un nuovo brutto episodio che coinvolge le forze dell’ordine e che, dopo il recentissimo caso di Stefano Cucchi, rischia di minare ulteriormente la fiducia dei cittadini nei loro confronti, tanto più che il quadro che emerge è quello di una violenza che sembra del. tutto ingiustificata. Un passaggio su cui si e soffermato anche il sindacato di polizia Consap, per cui. «le immagini e le testimonianze presentano delle anomalie»: «Chiarire i fatti è un diritto della gente, che non può avere paura della polizia, ed è un dovere verso quei tanti poliziotti che in tutti gli stadi italiani fanno fino in fondo il loro dovere».
Ma il sindacato ha fatto un passo in più: ha chiesto di «verificare, qualora si dovessero individuare evidenti responsabilità, se chi è coinvolto in questi fatti non si sia reso, in passato, protagonista di episodi analoghi». «È doveroso _ ha spiegato la Frassinetti - che le forze di polizia vigilino sull’ordine pubblico soprattutto dopo i frequenti episodi di violenza che si sono verificati a Roma nei pressi dello stadio. Questo però non significa avere la "licenza" di aggredire giovani disarmati che avevano la sola colpa di transitare vicino all’Olimpico in motorino. Che si sia trattato di un’aggressione brutale ha aggiunto la parlamentare - lo si evince anche dal video».
Ciò che si vede nei filmati è difficile da equivocare: Gugliotta è in motorino con un amico, viene avvicinato da un agente che gli dà un pungo sul viso, lui cerca di difendersi allontanandolo, l’amico intanto scappa e Gugliotta resta sul motorino mentre arrivano altri agenti, che lo accerchiano e lo picchiano. Nell’altra ripresa si sentono le urla contro i poliziotti delle persone affacciate alle finestre. In più ci sono le testimonianze, che parlano di una violenza scioccante contro «un ragazzo inerme».
Infine, c’è il profilo di Gugliotta, che non ha precedenti, tifa Lazio ma non ama andare allo stadio. Già subito dopo l’arresto l’avvocato del ragazzo, Cesare Piraino, aveva presentato al gip i filmati e le testimonianze. «Il giudice - ha spiegato ha ritenuto che non potessero essere utilizzate perché le dichiarazioni non erano autenticate e quindi di credere alla relazione della polizia». Da qui la convalida dell’arresto. Ieri l’avvocato ha presentato di nuovo la richiesta di scarcerazione e ha chiesto e ottenuto gli accertamenti sugli agenti: «La nostra giustizia non è troppo sollecita, ma mi auguro che possa uscire al più presto. Dobbiamo aspettare gli accertamenti del pm, che è persona serissima confido che li faccia con sollecitudine. Altrimenti vedremo con il riesame».

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