E 10mila euro in borsa sono diventati 8.280

Quanta differenza può fare una ventina di giorni a Piazza Affari. Ne sanno qualcosa gli azionisti di Intesa Sanpaolo e di Unicredit, che da metà aprile hanno perso rispettivamente il 27,5% e il 26,3% del valore in Borsa. In soldoni, chi il 15 aprile aveva investito io mila euro in azioni Unicredit, se ha venduto ieri sera ha perso 2.630 euro, ritrovandosi con 7.370 euro, al lordo delle commissioni. Un po’ peggio per i soci Intesa, giù di 2.750 euro a 7.250 euro. Il «la» ai ribassi lo ha dato, 20 giorni fa, l’inchiesta su Goldman Sachs, cui è seguita la nuova fiammata della crisi greca, con i timori di contagio per una buona fetta di Eurolandia. Da ultimi, l’allarme di Moody’s sulle banche, il crollo di Piazza Affari e quei pochi minuti «a yo-yo» che ieri hanno visto oscillare di diverse centinaia di punti il Dow Jones a New York. Ma, tornando a Milano, quanto ha inciso sul portafoglio dei risparmiatori la pesante ritirata di ieri, o l’Orso delle ultime settimane, considerando semplicemente il valore delle quotazioni?
I fondi - Chi ha investito io mila euro in un fondo legato all’indice Ftse Mib ha perso in una seduta 426 euro. Se l’investimento risale al «picco» di metà aprile, la perdita cresce a 1.720 euro (e il portafoglio scende a 8.280 euro). E non può essere di consolazione il rally internazionale dei mesi precedenti, che a Piazza Affari si era fermato già da un bel po’: il picco del 2009-2010 risale infatti a metà ottobre dell’anno scorso, più di sei mesi fa, quando il Ftse Mib valeva 24.426 punti. Ieri ha chiuso a quota 19.484. Discorso naturalmente diverso, a seconda dei singoli casi, per i fondi azionari in generale. Un esempio?
Quelli più esposti sui titoli bancari, particolarmente colpiti ieri, nell’ultima seduta hanno sofferto più di altri. Le azioni - Chi ha subito ieri le maggiori perdite, all’interno dei titoli a grande capitalizzazione dell’Ftse Mib, sono gli azionisti di Mediobanca: 800 euro in meno su un capitale di 10 mila euro. Seguono i risparmiatori che hanno puntato su Intesa (-773 euro), Uni credit, (-742 euro), Ubi Banca (-679 euro) e Mps (-661 euro). Gli unici tre titoli del Ftse Mib che ieri hanno chiuso in attivo sono Pirelli, Bulgari e Luxottica.
Considerando il solito capitale investito di 10 mila euro, gli azionisti della Bicocca hanno superato la buriana di ieri con 117 euro in più in tasca. Più contenuti, ma pur sempre abbondantemente sopra il «benchmark», i guadagni dei soci Bulgari (66 euro) e Luxottica (10 euro).
I titoli di Stato - Non tutti i risparmiatori, però, amano il rischio. E, per i più prudenti, una delle classiche alternative è quella dei titoli di Stato. Come i Btp decennali. Che, tuttavia, hanno riservato anche loro amare sorprese. L’effetto domino della crisi greca si è infatti fatto sentire su questi Btp, che in una sola seduta hanno perso 1,89 punti scendendo a quota 98. In altre parole, chi li aveva comprati in passato «alla pari», a 100, investendo i classici 10 mila euro, solo ieri ha perso 189 euro. Non poco, per gli standard del reddito fisso. Come effetto naturale, i rendimenti per chi acquista sono saliti ieri al 4,3%. Solo poche settimane fa viaggiavano, ricordano gli analisti, intorno a 3,9-4%.
Euro e dollaro - Qualche buona notizia comunque non manca, nonostante tutto. Il calo dell’euro, infatti, oltre a rilanciare come ricordano tutti i manuali di economia l’export nazionale, dà anche una boccata d’ossigeno a chi, per esempio, ha investito in fondi Usa in dollari. Quel 7% circa guadagnato dal dollaro sull’euro nelle ultime tre settimane ha infatti più che compensato il 6% perso dal Dow Jones. Resta più o meno un singolo punto percentuale che, per chi ha investito tre settimane fa 10 mila euro in un fondo in dollari indicizzato al Dow Jones, valeva ieri sera, liquidando la quota e riconvertendo nella moneta unica, all’incirca un bigliettone da 100 euro in più.
Oro - Doppio guadagno invece per chi ha investito nell’oro, comprandolo in dollari, la valuta di riferimento del metallo giallo. Tre settimane fa un’oncia si comprava con ii6o dollari, vale a dire 853 euro. Ieri sera si poteva rivendere a 1.200 dollari, vale a dire (con il nuovo cambio tra le due valute) 953 euro. Un guadagno di 100 partendo da 853 euro: è l’11% circa, vale a dire 1.100 euro in più per chi ne
aveva messi 10 mila.
I fondi - Chi ha investito io mila euro in un fondo legato all’indice Ftse Mib ha perso in una seduta 426 euro. Se l’investimento risale al «picco» di metà aprile, la perdita cresce a 1.720 euro (e il portafoglio scende a 8.280 euro). E non può essere di consolazione il rally internazionale dei mesi precedenti, che a Piazza Affari si era fermato già da un bel po’: il picco del 2009-2010 risale infatti a metà ottobre dell’anno scorso, più di sei mesi fa, quando il Ftse Mib valeva 24.426 punti. Ieri ha chiuso a quota 19.484. Discorso naturalmente diverso, a seconda dei singoli casi, per i fondi azionari in generale. Un esempio?
Quelli più esposti sui titoli bancari, particolarmente colpiti ieri, nell’ultima seduta hanno sofferto più di altri. Le azioni - Chi ha subito ieri le maggiori perdite, all’interno dei titoli a grande capitalizzazione dell’Ftse Mib, sono gli azionisti di Mediobanca: 800 euro in meno su un capitale di 10 mila euro. Seguono i risparmiatori che hanno puntato su Intesa (-773 euro), Uni credit, (-742 euro), Ubi Banca (-679 euro) e Mps (-661 euro). Gli unici tre titoli del Ftse Mib che ieri hanno chiuso in attivo sono Pirelli, Bulgari e Luxottica.
Considerando il solito capitale investito di 10 mila euro, gli azionisti della Bicocca hanno superato la buriana di ieri con 117 euro in più in tasca. Più contenuti, ma pur sempre abbondantemente sopra il «benchmark», i guadagni dei soci Bulgari (66 euro) e Luxottica (10 euro).
I titoli di Stato - Non tutti i risparmiatori, però, amano il rischio. E, per i più prudenti, una delle classiche alternative è quella dei titoli di Stato. Come i Btp decennali. Che, tuttavia, hanno riservato anche loro amare sorprese. L’effetto domino della crisi greca si è infatti fatto sentire su questi Btp, che in una sola seduta hanno perso 1,89 punti scendendo a quota 98. In altre parole, chi li aveva comprati in passato «alla pari», a 100, investendo i classici 10 mila euro, solo ieri ha perso 189 euro. Non poco, per gli standard del reddito fisso. Come effetto naturale, i rendimenti per chi acquista sono saliti ieri al 4,3%. Solo poche settimane fa viaggiavano, ricordano gli analisti, intorno a 3,9-4%.
Euro e dollaro - Qualche buona notizia comunque non manca, nonostante tutto. Il calo dell’euro, infatti, oltre a rilanciare come ricordano tutti i manuali di economia l’export nazionale, dà anche una boccata d’ossigeno a chi, per esempio, ha investito in fondi Usa in dollari. Quel 7% circa guadagnato dal dollaro sull’euro nelle ultime tre settimane ha infatti più che compensato il 6% perso dal Dow Jones. Resta più o meno un singolo punto percentuale che, per chi ha investito tre settimane fa 10 mila euro in un fondo in dollari indicizzato al Dow Jones, valeva ieri sera, liquidando la quota e riconvertendo nella moneta unica, all’incirca un bigliettone da 100 euro in più.
Oro - Doppio guadagno invece per chi ha investito nell’oro, comprandolo in dollari, la valuta di riferimento del metallo giallo. Tre settimane fa un’oncia si comprava con ii6o dollari, vale a dire 853 euro. Ieri sera si poteva rivendere a 1.200 dollari, vale a dire (con il nuovo cambio tra le due valute) 953 euro. Un guadagno di 100 partendo da 853 euro: è l’11% circa, vale a dire 1.100 euro in più per chi ne
aveva messi 10 mila.
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