Rapporto CGIL Pesaro-Urbino sulla disparità lavorativa di genere:le proposte dei Radicali Marche

Ancora una volta, grazie all’analisi delle pari opportunità lavorative promossa dall’Ufficio Studi della CGIL di Pesaro e Urbino, il quadro della disparità di genere in ambiente lavorativo mostra una situazione di forte diversità tra la donna e l’uomo anche nella nostra Provincia. Noi Radicali, da sempre impegnati sul fronte delle pari opportunità di genere, torniamo ancora una volta a sottolineare l’importanza della crescita dell’occupazione femminile. Perchè? Perchè se non lavorare fuori casa fosse una libera scelta, il problema non esisterebbe. Ma non è così: la bassa occupazione femminile viene subita per colpa delle politiche portate avanti in questi anni, non scelta. Per questo si tratta di un vulnus, di una profonda ferita sociale, culturale ed economica che occorre rimarginare. Non c’è politica per le famiglie che non passi per le politiche a favore delle donne e per la loro liberazione. Non c’è politica contro la povertà delle famiglie e contro la povertà infantile, che non passi dal rendere nuclei familiari, qualsiasi essi siano e comunque siano composti o organizzati, da monoreddito a percettori di più redditi.
“Più donne occupate e con migliori posizioni” – che non siano lo 0,2% di dirigenti mostrate dal rapporto – significa investire nel settore dei servizi alla persona, attività economicamente rilevanti e che produrrebbero occasioni occupazionali per tutti ed un consequenziale aumento della ricchezza prodotta. Più donne nel mercato del lavoro è sinonimo anche di merito: le donne sono attualmente le più qualificate, eppure discriminate nel mercato del lavoro. La quantità di donne inattive o in cerca di lavoro laureate è praticamente doppia rispetto a quella degli uomini. Le donne attualmente inattive in età lavorativa immediatamente disponibili a lavorare se ne avessero l’occasione sono tra le 150 mila e le 200 mila. Perché dovrebbero rinunciare? Perché dovremmo rinunciarci noi? Dobbiamo liberare le donne dall’essere le tappabuchi di un welfare che non c’è. Per questo abbiamo bisogno di più asili nido, più servizi di cura e assistenza per le famiglie, abbiamo bisogno di spostare risorse dal collo di bottiglia della sanità, dove si scaricano malamente i costi di politiche assistenziali inesistenti, alle politiche socio assistenziali, rendendo più funzionali, capillari ed efficienti i servizi sanitari territoriali; abbiamo bisogno di prevedere voucher per anziani o famiglie da spendere per pagare regolarmente le badanti. Dobbiamo premiare la creatività delle donne proseguendo con politiche di aiuto e incentivo all’imprenditoria femminile. Ancora una volta, grazie all’analisi delle pari opportunità lavorative promossa dall’Ufficio Studi della CGIL di Pesaro e Urbino, il quadro della disparità di genere in ambiente lavorativo mostra unasituazione di forte diversità tra la donna e l’uomo anche nella nostra Provincia.Noi Radicali, da sempre impegnati sul fronte delle pari opportunità di genere, torniamo ancora unavolta a sottolineare l’importanza della crescita dell’occupazione femminile. Perchè? Perchè se nonlavorare fuori casa fosse una libera scelta, il problema non esisterebbe. Ma non è così: la bassaoccupazione femminile viene subita per colpa delle politiche portate avanti in questi anni, non scelta.Per questo si tratta di un vulnus, di una profonda ferita sociale, culturale ed economica che occorrerimarginare.Non c’è politica per le famiglie che non passi per le politiche a favore delle donne e per la loro liberazione. Non c’è politica contro la povertà delle famiglie e contro la povertà infantile, che non passi dal rendere nuclei familiari, qualsiasi essi siano e comunque siano composti o organizzati, da monoreddito a percettori di più redditi. “Più donne occupate e con migliori posizioni” – che non siano lo 0,2% di dirigenti mostrate dal rapporto – significa investire nel settore dei servizi alla persona,attività economicamente rilevanti e che produrrebbero occasioni occupazionali per tutti ed un consequenziale aumento della ricchezza prodotta. Più donne nel mercato del lavoro è sinonimo anche di merito: le donne sono attualmente le più qualificate, eppure discriminate nel mercato del lavoro. La quantità di donne inattive o in cerca di lavoro laureate è praticamente doppia rispetto a quella degli uomini.Le donne attualmente inattive in età lavorativa immediatamente disponibili a lavorare se ne avessero l’occasione sono tra le 150 mila e le 200 mila. Perché dovrebbero rinunciare? Perché dovremmo rinunciarci noi? Dobbiamo liberare le donne dall’essere le tappa buchi di un welfare che non c’è. Per questo abbiamo bisogno di più asili nido, più servizi di cura e assistenza per le famiglie, abbiamo bisogno di spostare risorse dal collo di bottiglia della sanità, dove si scaricano malamente i costi di politiche assistenziali inesistenti, alle politiche socio assistenziali, rendendo più funzionali, capillari ed efficienti i servizi sanitari territoriali; abbiamo bisogno di prevedere voucher per anziani o famiglie da spendere per pagare regolarmente le badanti. Dobbiamo premiare la creatività delle donne proseguendo con politiche di aiuto e incentivo all’imprenditoria femminile.
Matteo Mainardi
Presidente Radicali Marche

Fonte: http://beta.radicalimarche.org/2010/09/27/rapporto-cgil-pesaro-urbino-sulla-disparita-lavorativa-di-genere-le-proposte-dei-radicali-marche/

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