I Radicali marchigiani su carceri, psicofarmaci e pena sedata

Il sistema carcerario italiano versa nella più incredibile illegalità

Salutiamo con grande soddisfazione l’intervento del Cappellano della Casa Circondariale di Ancona, Don Varagona, apparso sulle pagine de “Il Resto del Carlino” di ieri.

Concordiamo con quanto da egli affermato circa la necessità di abbandonare “la delirante illusione della certezza della pena”.

I nostri parlamentari, in particolare Rita Bernardini, stanno cercando, tra veti incrociati, di risolvere in parlamento questa incongruenza, che non poco contribuisce a rendere appropriata la definizione di “discarica sociale” per le carceri italiane.

Ci preme aggiungere un’ulteriore elemento di preoccupazione rispetto al pianeta carceri, dato dall’uso massiccio di psicofarmaci, di cui abbiamo avuto ulteriore conferma nel corso di recenti visite presso istituti di pena marchigiani.

L’uso ed volte l’abuso di psicofarmaci, oltre a porre un problema che riguarda la salute dei detenuti, rappresenta una delle più incredibili contraddizioni del sistema penitenziario.

Si assiste alla creazione di una “doppia gabbia” di natura farmacologica che aliena il detenuto dalla realtà carceraria, sedando invece chi dovrebbe attraverso la pena essere recuperato.

In sostanza, nella carceri italiane spesso si sconta una pena fine a se stessa che non tende né al recupero della persona, come la Costituzione vorrebbe, né ad una funzione meramente punitiva, come da molti invocato.

La pena è spesso pena sedata, in una schizofrenica rappresentazione di uno Stato, allo stesso tempo feroce e pietoso, che sedando i detenuti li difende da se stesso e dalla barbarie delle carceri italiane.

Avv. Andrea Granata

Segretario dell’Associazione Radicali Marche

E-mail: andrea,granata@radicalimarche.it

Fonte: http://beta.radicalimarche.org/2010/07/08/i-radicali-marchigiani-su-carceri-psicofarmaci-e-pena-sedata/

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