Il punto della situazione sul software libero in Italia
Un'intervista-chiacchierata con il nostro prof. Antonio Cantaro dell'Istituto Majorana, baluardo della diffusione del software libero, sulla situazione attuale del FOSS (Free and Open Source Software). Uno spunto di riflessione prima di abbandonarsi al solleone.
1) Cosa ne pensi degli emendamenti radicali sul software libero portati per la Finanziaria?
Sicuramente è già qualcosa. Non sono un radicale, ma qualsiasi formazione politica agisca in favore della diffusione del software libero è da elogiare. Sarebbe stato meglio limitare l'uso del software proprietario ai soli casi di provata e motivata (motivazioni serie e valide) indisponibilità di software libero in grado di sostituire quello proprietario. Insomma ridurre all'osso l'utilizzazione di software commerciale oneroso per la Pubblica Amministrazione.
2) Perchè secondo te non si riesce a far emergere un prodotto free e Open Source come OpenOffice rispetto a Microsoft Office, che richiede un dispendio notevole in termini di licenze?
I motivi sono tanti: disinformazione, incompetenza, poco rispetto per il denaro pubblico, mancanza del concetto di legalità, poca incentivazione. Se poi consideriamo il fatto che l'utilizzazione di software libero permette milioni di euro di risparmio ma non produce contratti da milioni di euro, allora, si capisce che qualche dirigente o qualche politico, magari digerisce poco la cosa. Ormai la cronaca è piena di casi che dimostrano quanto gli "interessi privati", frequentemente vengano posti sopra gli "interessi pubblici".
Di sicuro OpenOffice si utilizza alla stessa maniera del corrispondente commerciale, non comporta difficoltà maggiori, anzi, permette di leggere e salvare i file anche nel formato proprietario (oltre che nel formato aperto) e fornisce tutti i componenti che l'equivalente proprietario garantisce solo nella versione "Ultimate" che costa € 778,00 - IVA esclusa. E dire che l'utente medio della Pubblica Amministrazione, usa la suite d'ufficio solo per scrivere qualche documento, ossia, quasi sempre, utilizza non più del 5% - 10% delle potenzialità.
3) Come vanno i progetti di diffusione del FOSS che stai portando avanti?
Debbo dire che le soddisfazioni non mancano. Ricevo centinaia di e-mail al giorno e almeno il 50% di ringraziamento per avere consentito alle persone di avvicinarsi al software libero. Quasi tutti parlano di disintossicazione dalla "dipendenza informatica", cui si erano assuefatti nel corso degli anni, solo perché non a conoscenza delle potenzialità del software libero. E dire che ho risolto tutto con delle videoguide che spiegano con semplicità ed immediatezza i concetti e l'utilizzazione del software.
Ho avuto testimonianza di migliaia di persone che sono passate al software libero (Ubuntu Linux, OpenOffice, ecc) senza traumi e senza rimpianti. Se da solo ho fatto tanto, figuriamoci cosa potrebbe fare la Pubblica Amministrazione se solo lo volesse. Sono pure pronto a mettere a disposizione, per loro, il mio lavoro.
Di fatto è già a disposizione di quanti hanno un collegamento Internet. Potrei anche realizzare dei DVD, con le videoguide, per essere distribuite agli uffici pubblici, alle scuole. Addirittura ho già pronto del materiale.
4) Rispetto a quando hai iniziato a martellare su questi temi, vedi una sensibilità maggiore?
Di sicuro le persone, essendo messe al corrente delle valide alternative, si rendono conto che non ha senso cercare i "programmi crakkati” (pirata), che oltre ad essere illegali, sono spesso pieni di virus e malware. Che senso ha installare una copia pirata di Office, quando si ha a disposizione OpenOffice, completamente libero e gratuito? Questo le persone cominciano a capirlo sul serio e non è poco. Perché non acquistare un computer con Linux? Si risparmierebbe il costo del sistema operativo. Non serve pagare per gli aggiornamenti e si è a posto definitivamente.
Le persone capiscono l'importanza di aggiornare al volo il sistema operativo con un semplice click, quanto tutto il software installato, cosa che ovviamente non è possibile col software proprietario. Infatti per le nuove versioni bisogna pagare le varie software house (case produttrici del software).
5) E il software libero si è mosso nel frattempo in direzione più user-friendly rispetto gli albori di "roba per nerd"?
Ormai il software libero si usa con una semplicità disarmante. Si installa con un click del mouse e non produce difficoltà di sorta. Installando una delle mie versioni Plus, si ha una completezza di impostazioni e software davvero sorprendente, in pratica l’utente medio, in un quarto d'ora può installare il sistema operativo comprensivo di tantissimo software, ben oltre quello necessario all'utente medesimo. Non credo proprio che l'aspetto grafico abbia qualcosa da invidiare a chicchessia.
Ripropongo un aneddoto che avevo già riportato in una precedente intervista. "...mia figlia ha sei anni ed ha un portatile personale da tre anni. Ha installato Windows ed Edubuntu in dual-boot, ebbene quando lo accende entra 9 volte con Linux ed una con Windows. Mi dice che trova Linux più intuitivo. D'altronde, se ci fate caso in Windows per uscire bisogna fare click su "Start". Ma "Start" non vuol dire iniziare, partire, avvio, ecc?” Ad un anno di distanza è cambiata solo una cosa, l'età di mia figlia, non certo la sua predilezione per Linux che, anzi, è cresciuta.
6) Quale credi sia la ricetta migliore per proporre il software libero in un Paese "chiuso" come l'Italia? Più che proposto andrebbe "imposto" per legge?
Mettere i dipendenti pubblici in condizione di conoscere il software libero, ma senza opprimerli con lezioni tediose. Non servono corsi di aggiornamento estenuanti ed improduttivi (in Italia siamo maestri a fare questo). Ho tenuto un corso di poche ore ad alcuni dipendenti comunali. Hanno appreso quello che serviva loro e senza stancarsi. Io l'ho fatto gratuitamente, ma un docente che venisse pagato ad ore, magari per guadagnare di più appesantirebbe la cosa al punto da portare alla noia, ottenendo molto meno.
Quindi servono persone chiare, con semplicità d'esposizione e soprattutto con la passione verso il software libero. Non serve, di certo, gente che mira solo alla retribuzione oraria. Sono convito che le persone in gamba, di sicuro, non mancano.
7) Come ti immagini la situazione da qui a qualche anno? Vedi segni di miglioramento?
Con la crisi in atto e con i tagli ai finanziamenti, credo che si dovrà passare, necessariamente, al software libero. Siamo la Nazione più fortemente dipendente dalle multinazionale del software. Abbiamo un numero di auto blu abnormemente superiore a quelle che circolano negli USA. Questo potrebbe significare due cose: o siamo più ricchi degli americani o siamo degli spendaccioni incoscienti. La prima ipotesi non mi sembra molto verosimile.
In definitiva credo che la crisi darà una mano alla diffusione del software libero. Ringrazio per l'attenzione che mi avete dedicato e nel porgere un cordiale saluto a tutti, auguro buone vacanze.
[a cura di Benedetto Motisi]
Fonte: http://www.agoradigitale.org/il-punto-della-situazione-sul-software-libero-italia