Elezioni 2013: i ricorsi internazionali contro la negazione dei diritti umani, civili e politici, da parte di uno stato fuori legge

Bavaglio

La violazione della legalità italiana e internazionale 

A poche settimane dal voto per le elezioni politiche e regionali l’intero procedimento elettorale è connotato dall’assenza delle condizioni minime di democraticità, con la violazione sistematica delle leggi poste a garanzia della regolarità del processo elettorale: dal sistema di voto alle modalità di accesso alle elezioni sino alla campagna elettorale vera e propria.

La violazione della legalità italiana e internazionale (la Convenzione europea dei diritti dell’uomo; gli impegni OSCE di Copenhagen in materia di elezioni democratiche;  il Codice di buona condotta in materia elettorale elaborato dalla Commissione di Venezia, fatto proprio dal Consiglio d’Europa e dalle sentenze della Corte europea di Strasburgo) ha determinato il mancato rispetto del principio di stabilità del diritto elettorale, del suffragio universale, eguale e libero, della parità di condizioni tra le forze politiche nella competizione elettorale, della non discriminazione nell'accesso ai media da parte dei candidati.

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Le azioni verso Consiglio d’Europa e Osce 

In virtù delle gravi violazioni della Convenzione europea dei diritti dell’uomo e degli impegni sottoscritti dall'Italia in sede OSCE  in materia di elezioni democratiche, con particolare riferimento al diritto a libere elezioni garantito all’articolo 3 del Protocollo 1 e alla libertà di espressione di cui all’articolo 10 della Convenzione, nonché dei paragrafi 7.6 e 7.8 degli impegni OSCE di Copenhagen del 1990, Marco Pannella  (presidente dell’Associazione politica nazionale Lista Marco Pannella), Mario Staderini (segretario di Radicali italiani), Maurizio Turco (tesoriere del Partito Radicale), hanno inviato un dettagliato dossier, con richiesta di intervento urgente:

  • al Segretario generale del Consiglio d’Europa (chiedendo avvio indagine ai sensi dell’art 52 della Convenzione)
  • al Commissario diritti umani del Consiglio d’Europa
  • al Direttore dell'Ufficio Democrazia e Diritti Umani dell'OSCE (ODHIR) 

Il Ricorso alla Corte europea dei diritti dell’uomo 

Clamorosa è la cancellazione per cinque anni delle Tribune politiche nei periodi non elettorali, previste dalla legge (art 4 legge 103/75) come obbligatorie per la Rai.

Il rinnovo del Parlamento, in pratica, avverrà dopo che per un’intera legislatura è stato negato ai cittadini lo strumento scelto dall’ordinamento per consentire attraverso l’equal time il giudizio sull’operato delle forze politiche. Un fatto senza precedenti a livello internazionale, dove il diritto di tribuna è considerato un requisito minimo delle democrazie moderne. Le Tribune non sono state fatte perché la Commissione parlamentare di vigilanza non ha mai dato il via libera e i suoi atti non sono impugnabili davanti ai giudici.

Grazie all’assistenza legale del prof. Avv. Antonio Bultrini, sono stati avviati presso la Corte europea dei diritti dell’uomo due ricorsi giurisdizionali nei confronti dello Stato italiano per violazione dell’articolo 10 e dell’articolo 13 della Convezione europea dei diritti dell’uomo.

Con i ricorsi si chiede alla Corte: a) di condannare l’Italia per violazione diritti umani; b) di ordinare all’Italia di rendere gli atti della Commissione di vigilanza impugnabili davanti a un giudice così come accade all’Autorità per le comunicazioni; c) una riparazione in favore degli italiani, che imponga alla Rai anche un approfondimento rispetto alle ragioni che hanno portato a questa violazione

Chi ha fatto il ricorso: 

  • Un ricorso è stato avanzato da gruppo di cittadini, che contestano di non aver potuto fruire di un confronto tra forze politiche per formarsi un opinione su diversi temi espulsi dall’agenda tv. Tra i firmatari del ricorso il prof Mario Morcellini (preside di Scienze delle comunicazioni-La Sapienza) il prof Fulco Lanchester (preside di Scienze politiche La Sapienza), il prof Romano Scozzafava (ordinario di calcolo delle probabilità), il prof Vittorio Ceradini (ordinario di restauro architettonico), la responsabile della CGIL-Nuovi diritti Maria Gigliola Toniollo, Gaoussou Ouattarà (presidente del Movimento degli africani), Mario Riccio (anestesista del caso Welby), e poi pensionati, giovani informatici, disoccupati, già firmatari della campagna InformeRai. Ciascuno di loro simboleggia anche i vari temi espulsi dall’agenda televisiva e su cui non è stato possibile far confrontare le diverse forze politiche
  • Un secondo ricorso è stato fatto dall’Associazione Lista Pannella e da Radicali italiani come soggetti politici danneggiati per non aver potuto fruire degli spazi di tribuna

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