Iniziative popolari in tutta Italia. Praticare la democrazia
Aggiornati sulle iniziative popolari in corso»
Praticare la democrazia
Praticare la democrazia in prima persona? Basta usare gli istituti di democrazia diretta, previsti dagli Statuti e dagli Enti Locali, tra i pochissimi strumenti che restano ancora a disposizione dei cittadini per fare pressione politica e avanzare proposte che possano modificare l'agenda delle istituzioni.
Il referendum è l'esempio più conosciuto di un istituto di democrazia diretta, redivivio nel nostro paese lo scorso giugno dopo un lungo momento di svuotamento del suo potere, ma non è l'unico.
Le interrogazioni popolari, ad esempio, possono dimostrarsi strumento utilissimo per smascherare episodi di malaffare, scarsa trasparenza, favoritismi corporativi o clericali che siano. Mentre le delibere di iniziativa popolare, come i referendum, anche a livello locale, possono trasformarsi in veri e propri strumenti per la rivendicazione di quei diritti civili di cui l'agenda politica nazionale si dimentica.
Iniziative in corso
Gli obiettivi radicali
Nonostante i parlamentari radicali abbiano depositato nel corso di questa legislatura già 10 proposte e disegni di legge su riforma del diritto di famiglia, matrimonio tra persone dello stesso sesso, unioni civili, Pacs, e legge di riforma sulle adozioni, il parlamento si dimostra incapace di esprimere una regolamentazione. Lo stesso accade per argomenti taboo come prostituzione e tossicodipendenza, o per temi delicati e complessi come il fine vita.
Proprio per questo motivo l'impegno per le battaglie civili radicali riparte dal locale: in alcune città come Roma, Milano, Napoli, Caserta, Verona e Gorizia saranno presentate delle delibere di iniziativa popolare riguardo unioni civili e famiglie di fatto, regolamentazione della prostituzione, proposte per la tossicodipendenza e testamento biologico. A Caserta inoltre sono in corso altre due iniziative di delibera popolare riguardo contabilizzazioni dei beni pubblici e salvaguardia del paesaggio (mediante il blocco di ulteriori costruzioni , rivitalizzando e rifunzionalizzando quelle già presenti).
Per sapere come attivarti nella tua realtà locale o come dare sostegno a comitati cittadini o associazioni tematiche, richiedi il "Manuale di utilizzo della democrazia diretta a livello locale" di Mario Staderini
Unioni civili e famiglie di fatto
In Italia 12 milioni di persone, vivono in formati familiari senza alcun tipo di riconoscimento: single non vedovi, monogenitori non vedovi, coppie non coniugate etero od omosessuali. I Radicali già nel 2006 inserirono nel proprio programma politico il divorzio breve e il riconoscimento delle coppie di fatto.
Oggi ciò che appare sempre più urgente è una vera e propria riforma del diritto di famiglia per il riconoscimento delle nuove forme familiari attraverso la richiesta di adozione, ai fini delle competenze e delle politiche comunali, della definizione di "famiglia anagrafica" come espressa dal D.P.R. 223 del 1989.
Presentata alla Camera da Rita Bernardini, la proposta si fa forza con le realtà locali: i Radicali si sono attivati in città come Roma, Milano, Torino, Napoli, Pescara, Teramo, Vicenza, Gorizia e Caserta.
Obiettivi:
- fornire un riconoscimento a quelle forme familiari che oggi sono completamente ignorate dal diritto italiano;
- porre fine ai fenomeni di discriminazione e promuovere il principio delle pari opportunità;
- consentire al nostro Paese di progredire secondo i dettami della “Carta dei diritti fondamentali dell'Unione Europea”.
Politiche di riduzione dei danni del proibizionismo
Nel 1993 i cittadini italiani abrogarono con un referendum le sanzioni penali per i consumatori di droga. Lo slogan allora proposto dal Coordinamento Radicale Antiproibizionista fu: “La legge sulla droga ha dato una casa a tanti giovani: la galera”. Da quel referendum sono passati quasi 19 anni ma la volontà dei cittadini non può dirsi certo soddisfatta.
Ad oggi oltre 880mila persone sono implicate in procedimenti amministrativi per possesso di droga e sui 67mila detenuti totali, 28mila sono carcerati per droga. Il mercato della droga è in continua crescita garantendo alla criminalità organizzata un giro d’affari annuo stimato in almeno 24 miliardi di euro l'anno solo in Italia. Ne sono coinvolti 250mila piccoli spacciatori e 4milioni di consumatori abituali. Il proibizionismo ha fallito e in tutto il mondo le politiche sulla droga si stanno volgendo verso la direzione della limitazione del danno. La direzione che noi Radicali vorremmo si perseguisse nel nostro paese, dove il fenomeno della droga oltre ad essere criminalizzato è totalmente ignorato dal punto di vista della gestione sanitaria.
Per questo motivo a Milano e Caserta è stata presentata una delibera di iniziativa popolare riguardante l'istituzione delle sale salvavita o da iniezionel'istituzione “unità di strada” che effettuino gratuitamente il “pill test” delle droghe sintetiche detenute dai consumatori davanti a discoteche, concerti, raves per verificare la reale composizione chimica delle sostanze, riuscendo ad emarginare dal mercato criminale le sostanze più pericolose.
Obiettivi:
- attuazione concreta delle politiche di riduzione del danno, che costituiscono a livello europeo il quarto pilastro – assieme alla prevenzione, cura e repressione – delle politiche in materia di tossicodipendenze;
- migliorare la qualità della vita sia dei consumatori sia degli abitanti dei quartieri più colpiti da consumo di sostanze illegali;
- creazione di una “rete di protezione” sanitaria che preventivamente, attraverso le "unità di strada"li assista in caso di malore, sovradosaggio e che abbassi i rischi di sieroconversione da HIV e HCV, endocarditi e ascessi, provocati da pratiche d’assunzione errate;
- migliorare la vita degli altri cittadini, ridurre il rischio di essere coinvolti nella “scena della droga”, nonché di subire le conseguenze dell’abbandono in strada di siringhe infette e altro materiale utilizzato per il consumo di droghe illegali.
Prostituzione
In Italia l’offerta di attività sessuali a pagamento (prostituzione) non è considerato reato, e contemporaneamente non è regolamentata. Questa situazione produce una maggiore esposizione al rischio di violenze, maltrattamenti, discriminazioni insieme ad una minore sicurezza personale e della propria famiglia a carico delle persone che si prostituiscono;
una maggiore difficoltà a combattere il mercato illegale e la criminalità organizzata che intorno ad esso si è costituita, con tutte le conseguenze in campo socio-economico che ne derivano; la creazione di tensioni sociali ed anche, alcune volte, di conflitti, derivanti dall’ubicazione sul territorio delle attività connesse alla prostituzione e il potenziale aumento di situazioni di rischio per la salute.
Dato che l’esercizio della prostituzione è assimilabile alle attività commerciali, la proposta Radicale a Roma, Caserta e Milano è quella di intervenire a livello normativo per un pieno riconoscimento dell’attività di prestazione di servizi sessuali e remunerati tra persone maggiorenni consenzienti. Legalizzare significa anche e soprattutto regolarizzare in termini economici l’attività meretricia, che potrà essere svolta in forma autonoma o associata.
Obiettivi:
- prevenire molestie all’ordine pubblico e potenziali situazioni di conflitto sociale;
- promuovere la lotta contro ogni forma di tratta, sfruttamento di minori, di persone incapaci di intendere e di volere, ed ogni forma di costrizione o condizionamento od attività criminale connessa all’esercizio di qualsivoglia attività sessuale contro la volontà di chi esercita la prostituzione;
- promuovere la dignità, la sicurezza ed i diritti delle persone che si prostituiscono
Testamento biologico
Il tema dell'autodeterminazione del malato e della libertà di scelta sembra essere stato completamente dimenticato dal dibattito politico nazionale. Il breve clamore suscitato dal suicidio del grande regista Mario Monicelli non ha dato luogo a nesuna riflessione concreta da parte del nostro Parlamento, nel quale solo la delegazione radicale continua a riproporre tale tema.
Nel vuoto di diritto lasciato dalla legislazione nazionale, incapace di proporre una direzione unica verso la quale avviare politiche di rispetto della volontà dell'individuo, sono i regolamenti locali a poter fornire ai cittadini qualche strumento di libertà e autodeterminazione.
Questa la proposta radicale su cui per il momento si stanno raccogliendo firme a Milano, Trieste, Udine, Cremona, Milano, Foggia, Parma: l'istituzione l'istituzione di appositi registri comunali, ove liberamente ogni cittadino possa registrare le proprie volontà sulle terapie alle quali intende acconsentire in caso di impossibilità ad esprimersi.
Obiettivi:
- consentire a ogni cittadino che lo desideri di rendere conoscibili, certe e vincolanti le proprie volontà;
- consentire l'espressione di libera scelta dell’individuo.
Vuoi attivarti o chiedere delucidazioni su queste iniziative? Contattaci!
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