Forum "Media e droga: l'influenza dei media sui fenomeni e sulla percezione dei fenomeni". Il resoconto
Si è tenuto il 23 giugno a Roma, nella sede del Partito Radicale, in via di Torre Argentina, il forum "Media e droga: l'influenza dei media sui fenomeni e sulla percezione dei fenomeni" organizzato da Radicali Italiani. Esperti di comunicazione e giornalisti italiani si sono riuniti a discutere di come il ruolo dei media incida sulla percezione del fenomeno droga, a poche settimane dal rapporto della Global Commission, in cui autorevoli personalità della politica, dell'economia e della cultura, hanno documentato il fallimento del proibizionismo.
Un tema, quello della droga, ancora sottovalutato e affrontato dall'informazione solo per raccontare storie di “perdenti e sfortunati” facendone cronaca sterile, privata di qualsivoglia organico dibattito. Pena, un effetto domino che riguarda tutta la società, evidenziato da dati oggettivi attraverso cui si riscontra come persone normali, con sorprendete facilità, diventano vittime dell'immagine estrema e distorta offerta dai media.
Questo è stato il caso di Stefano Cucchi, i cui genitori hanno preso parte al forum e che hanno voluto porre particolare attenzione su come la figura del tossico venga spesso utilizzata per giustificare "errori compiuti da altri". È questo il messaggio che la famiglia Cucchi sta cercando di combattere: scegliendo di pubblicare le drammatiche foto del figlio Stefano, senz'altro hanno contribuito a determinare quell'inversione di rotta mediatica, rendendosi partecipi di una sensibilizzazione sociale.
Tra i molti giornalisti e corrispondenti che hanno partecipato al forum, Gianpaolo Cadalanu, inviato de La Repubblica in Medio Oriente, ha ricordato come i giornali in realtà non si stiano più occupando di sociale, a differenza di quanto accade invece in rete.
Roberto Spagnoli , che da anni tiene viva l'attenzione sul tema conducendo su RadioRadicale l'unico notiziario antiproibizionista d'Italia, ha approfittato dell'occasione per ripercorrere brevemente la battaglia antiproibizionista storicamente condotta dal Partito Radicale e quindi esporre con maggior forza l'evidenza che quello dalla droga rimane da anni un tabù assoluto. L'unico tema per cui la legislazione non è passibile di un'evoluzione, né per la destra né per la sinistra, e l'informazione cerca sistematicamente di escludere il dato scientifico.
Dell'impatto che i media hanno sulla società e quindi sul singolo, ha trattato approfonditamente il Prof. Mario Morcellini, Direttore Dipartimento Comunicazione Università di Roma, secondo il quale il modo in cui i media scelgono di affrontare il tema della droga determina non solo una perdita della soggettività ma anche un'alterazione dell'interpretazione reale del fenomeno, le cui conseguenze sono attaccate ma le cui cause mai spiegate, ancor meno secondo scienza. “Le politiche proibizioniste, di questo periodo innanzitutto, sono diseredate anche perché non sono conosciute nel profondo le dinamiche del nostro paese. Ecco il motivo per cui Giovanardi vince perché altro non è che un concentrato di luoghi comuni di questo pessimo giornalismo italiano” ha concluso Morcellini.
Vedi l'intervento di Antonio Costa, ex direttore dell'agenzia antidroga delle nazioni unite»
Il sociologo e presidente del Comitato Libertà e Droga, Guido Blumir, autore dei best seller "Marijuana" (Einaudi), "Eroina" (Feltrinelli), ha intrapreso una panoramica delle reazioni al Rapporto sulle droghe presentato poco più di un mese fa dalla Global Commission, auspicando che il nostro paese smetta di costituire un caso a parte. Infatti, mentre i risultati di tale relazione hanno scatenato dibattiti e dilagato sulle prime pagine dei giornali, rimettendo in discussione le posizioni della politica, in Italia solo gruppi considerati estremisti o dalla chiara componente libertaria hanno manifestato un qualche interesse. Eppure nella relazione, compilata da esperti e che annoverava anche una personalità del calibro di Kofi Annan, non era la componente libertaria ad essere dominante: le 20 pagine di cui si componeva il rapporto non c'erano altro che fatti, dati e conseguenze. Si è trattato di un'analisi che niente ha a che vedere con le fazioni.
Rita Bernardini, intervenendo nel corso del forum, ha ricordato che nelle carceri italiane più del 30% dei detenuti sono tossicodipendenti conclamati (ma molti altri lo sono pur non dichiarandolo) inoltre, sempre nelle carceri italiane, circolano sostanze stupefacenti “perché questo è un mercato che non si ferma mai e in nessun luogo, le politiche del proibizionismo sono fallite: i dati sono chiari e gli effetti altrettanto” ha chiosato la deputata.
Una politica saggia, infatti, dovrebbe sviluppare un welfare che si occupi anche di questi temi restituendo così la dovuta profondità a un fenomeno che senza dubbio non dovrebbe essere terreno di scontro politico, come del resto è avvenuto a Barcellona.
Il segretario di Radicali Italiani, Mario Staderini, nel suo intervento si è soffermato sull'anomalia italiana nel quadro internazionale: "Mentre i media di tutto il mondo discutono dei costi del proibizionismo, da noi se ne parla solo per fatti di cronaca e nella chiave 'favorevoli o contrari al consumo'. Con 4 milioni di consumatori, 400 mila spacciatori, 28 mila detenuti per reati di droga, 20 miliardi di euro di fatturato per la mafia è intollerabile che agli italiani venga vietato da anni un dibattito pubblico sulle politiche sulla droga”. Ha quindi rilanciato la prossima iniziativa di Radicali Italiani che intende, nei prossimi giorni, fornire “gli strumenti affinché ciascun cittadino possa reclamare informazioni e approfondimenti del servizio pubblico radiotelevisivo rispetto a questo e ad altri temi che riguardano così da vicino il sociale”.
Leggi tutte le notizie antiproibizionismo sulle droghe»
Il video del Forum
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