Manifestazione davanti all'Ambasciata siriana
Il 27 Maggio, alle ore 13:00 il Partito Radicale Nonviolento Transazionale Transpartito, Radicali Italiani ed una delegazione di cittadini siriani residenti in Italia, si sono dati appuntamento in presidio nonviolento a Piazza dell'Ara Pacis, davanti l'Ambasciata siriana a Roma. Con la manifestazione si è inteso esprimere la solidarietà ai dissidenti siriani in lotta da settimane per chiedere libertà e democrazia, contro il regime di Bashir al Assad, che sta operando in queste ore una sanguinaria repressione.
Alla manifestazione è stato presente Marco Pannella, la dirigenza di Radicali Italiani, esponenti del PRNTT e molti parlamentari. Presente anche il professor Haytam Manna, Presidente dell'Istituto scandinavo per i diritti umani, il quale ha fornito durante la conferenza stampa che si è successivamente tenuta nella sede del Partito Radicale a via di torre Argentina, alcuni dati e numeri sconvolgenti sulle violenze che si stanno verificando in Siria.
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Secondo le stime indipendenti elaborate dal dr. Haytham Manna e rese note oggi dall'AKI infatti dal 18 marzo il numero delle vittime della repressione ha superato i 1100 civili, oltre 4mila sono invece i feriti in tutto il paese, 9mila i nuovi detenuti e 300 i dispersi.
La situazione della Siria, contagiata dalla cosiddetta "Primavera araba", non ha stranamente trovato il medesimo favore della stampa che invece hanno riscosso paesi come Libia, Tunisia ed Egitto. E il medesimo scarso interesse mediatico riguarda anche le rivendicazioni del popolo yemenita purtroppo.
Al contrario di quanto recentemente dichiarato dal governo italiano sulla necessità di finanziare la piccola e media impresa locale, la posizione del radicale è stata ben espressa dal senatore Marco Perduca che ha invece invocato la necessità di partire dalle basi del riconoscimento dei diritti umani fondamentali e di quei diritti civili e politici che stanno base della democrazia.
Nelle stesse ore, i grandi del G8 esprimevano un documento nel quale purtroppo non sono state sciolte le incertezze sulla Siria. Mentre il Consiglio degli affari esteri dell'Unione Europea aveva lanciato progressivi segnali di sconfessione dell'operato di Bashir al Assad, estendendo le misure restrittive nei suoi confronti anche ad altri 9 sodali del suo regime, dal documento di Deauville non emergono provvedimenti concreti nei confronti della repressione in atto in Siria.
I grandi del G8 si sono limitati a ripudiare le violenze, esortando il governo di Damasco affinché «fermi immediatamente l'uso della forza», «risponda alla legittima domanda di libertà di espressione» e proceda al rilascio «dei prigionieri politici». Il monito chiaramente richiamato è la possibilità di un'azione del Consiglio di sicurezza dell'Onu.
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