Libia: votata al Senato la risoluzione preparata da Emma Bonino

Gheddafi in fiamme
Alla Camera 

I deputati della delegazione radicale nel gruppo del Pd hanno presentato, in data 24 marzo 2011, una risoluzione che impegna il governo, tra l'altro, a intraprendere le iniziative necessarie per sospendere formalmente il Trattato di amicizia, partenariato e cooperazione con la Libia. Il testo è stato sottoscritto anche dai deputati del Partito democratico Colombo, Sarubbi, Ferrari, Gozi, Touadi e Duilio.

Leggi il testo integrale della risoluzione

Matteo Mecacci, nel corso delle dichiarazioni di voto sulle risoluzioni sulla crisi libica, si è rivolto al Ministro degli Esteri ricordandogli che il 17 gennaio scorso, in una intervista, il titolare della Farnesina portava ad esempio Gheddafi come uomo di governo che ascolta i dissidenti. «Lei -ha detto Mecacci- non ha compreso che le rivolte del mondo arabo non sono solo contro i dittatori, ma contro la vostra realpolitik di sostegno ai dittatori per fermare l'immigrazione [...] Un ministro francese si è dovuto dimettere dopo essere andato a braccetto con Ben Alì. In un paese normale, dopo certe dichiarazioni come le sue, ci si dimette». Insomma, ha concluso il deputato Radicale: «Frattini, lei ha sbagliato, si dimetta!»

Al Senato

Posta in votazione per ultima e non per parti separate come richiesto dai firmatari, la risoluzione preparata da Emma Bonino e sottoscritta da una decina di senatori del Pd più il senatore Musso, chiedeva la sospensione formale del trattato italo- libico e l'adeguamento al trattato di Roma della Corte penale internazionale entro l'anniversario della sua entrata in vigore, ovvero il 2 luglio prossimo. Ha ottenuto 118 voti a favore e 145 contrari raccogliendo più sostegni di quelle dell'Api (113) e Idv (114). La mozione del Pd che riprendeva il testo dei documenti adottati all'unanimità dalle commissioni settimana scorsa senza la partecipazione della Lega ha ottenuto 127 voti.

La posizione Radicale sulla crisi libica

"Gli interventi militari sono sempre rischiosi, rischiosissimi, perché hanno dinamiche che non si possono conoscere alla perfezione dall'inizio. Ma penso che di fronte ad una risoluzione del Consiglio di sicurezza Onu dobbiamo, tutti, farci parte attiva. Non si fa a cuor leggero, naturalmente. E anzi, vorrei ricordare che io ho proposto la no-fly zone un mese fa, il 22 febbraio". Lo ha detto la vicepresidente del Senato Emma Bonino, ai microfoni di Radio Radicale, anticipando in certo qual modo le dichiarazioni del Ministro degli Esteri Franco Frattini, che ha minacciato di riprendere il controllo delle operazioni militari in Libia che partono dalle basi italiane, qualora non fosse assunto quanto prima dalla Nato.

La partecipazione italiana alla missione internazionale contro il colonnello Gheddafi, pur essendo stato un provvedimento cui il Governo ha aderito, non incontra evidentemente l'entusiasmo nè del premier che si dice addolorato per le disgrazie del Raìs, nè della compagine governativa: in prima fila la Lega, che ha fatto ostruzionismo anche nell'ultimo Consiglio dei Ministri. E' stato imposto, come ha spiegato il capogruppo Reguzzoni, il veto del «rispetto del trattato di amicizia tra Italia e Libia, che ci tutela dal punto di vista energetico» (e da cui è scaturita la minaccia di Frattini, poichè il trattato impegnerebbe il nostro Paese a non dare le basi militari)

Ancora Emma Bonino aveva ricordato nel suo intervento "Non bisogna avere la memoria corta, perché in Italia c'è una responsabilità entusiasticamente bipartisan, dalla Lega al Pd, una responsabilita' che solo i radicali - con migliaia di emendamenti - cercarono di infrangere. In Italia solo un anno e mezzo fa si è fatto un 'grande accordo' con il regime libico. Tanto per rinfrescare la memoria".

Risale al mese scorso l'ultima mobilitazione radicale contro il regime di Gheddafi

L'azione radicale all'interno del Parlamento mira a ristabilire una situzione di chiarezza, con la presentazione di una mozione per la sospensione formale del trattato d'amicizia italo-libico e non solo.

Mozione per la sospensione formale del trattato, la piena applicazione delle risoluzioni ONU, l'aiuto umanitario in loco e l'accoglienza straordinaria dei fuggitivi. 

Le delegazioni Radicali nei gruppi del Pd di Camera e Senato stanno definendo il testo delle loro mozioni in vista del dibattito parlamentare sulla Libia. Nel documento si chiederà: la sospensione formale del Trattato di amicizia italo-libico per violazione dell'articolo 6 sul rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali, norma essenziale al perseguimento dell'oggetto e dello scopo del Trattato; la piena applicazione delle risoluzioni 1970 e 1973 adottate dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni unite; il rispetto stringente di tutte le sanzioni imposte da Onu e Unione europea; il rafforzamento del sostegno alle agenzie umanitarie dell'Onu presenti in Tunisia ed Egitto; nonché l'attuazione di misure straordinarie per fornire assistenza a tutti coloro che fuggono via mare  dall'Africa settentrionale, in coordinamento anche coi partner europei.

Leggi il dossier "come mettere l'Italia nelle mani di un dittatore

Fin dall'agosto 2008 i Radicali avevano denunciato la natura feroce del regime libico presentando alla Camera migliaia di emendamenti che hanno dato vita a un ostruzionismo al quale si sono uniti i deputati Colombo e Sarubbi del Pd, nonché i gruppi dell'UdC e dell'IdV.

L'intervento di Emma Bonino a L'Infedele sulla situazione in Libia


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