Paolo Ravasin a sostegno del rispetto delle volonta' di Anna Busato e di suo marito



L'alleato Ravasin "Hanno ragione, combatto con loro"

Nel suo letto, Paolo Ravasin guarda il mondo attraverso un computer. Non può  muoversi, è affetto da sclerosi laterale amiotrofica, e dietro quello  schermo osserva e scruta i casi della vita. Come quello di Anna Busato, Il  trevigiano, 50 anni dei quali dieci di convivenza con il male, ha dettato il  proprio testamento biologico, nel quale ha detto no all'alimentazione  forzata e all'accanimento terapeutico.
"Il marito ha tutto il mio appoggio - ha commentato ieri - e continuo la mia  e anche la sua battaglia per l'autodeterminazione, perchè diventi realtà in  questo Paese pieno d'ipocrisia e falsità". Lo ha fatto attraverso il  comunicatore che gli è stato consegnato l'anno scorso, dopo mesi di attesa:  "sosteniamo e appoggiamo il diritto del malato, affinchè nessuno, tantomeno  lo Stato, possa arrogarsi il diritto di decidere per lui". I fratelli di  Ravasin e la madre combattono la sua stessa battaglia: "Ognuno ha il diritto  di fare le proprie scelte - dice il fratello Alberto -. Se la signora ha  detto questo al marito lo ha fatto con serietà e condivido la sua decisione.  Tutti dovrebbero poter scegliere, ma c'è sempre un politico, un cristiano,  che dice che questo è sbagliato, invece è un diritto".

S.MA.
Corriere Del Veneto 20.03.2010, pag.6

Fonte: http://venetoradicale.ilcannocchiale.it/post/2459424.html

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