Nonviolenza, tolleranza laica, rivoluzione liberale

di Angiolo Bandinelli, da “Notizie Radicali” delo 16-12-2010

“I radicali e la nonviolenza” è il titolo di un volumetto curato da Angiolo Bandinelli, Olivier Dupuis, Luca Frassineti e Silvia Manzi nel 1994, e ormai di difficile reperimento; è una raccolta di interventi di Marco Pannella, con due interventi, di Angiolo Bandinelli e Roberto Cicciomessere. Ne cominciamo la pubblicazione iniziando con la nota introduttiva di Angiolo Bandinelli.

 Verso la fine del secolo scorso un giovane, salito a Londra dalla nativa India per studiarvi da avvocato, sente con stupore coniugare nei circoli d’avanguardia londinesi, insieme ai termini “socialismo”, “libertarismo”, “democrazia”, ecc., il termine “nonviolenza”, che quegli intellettuali vengono riesumando dalle culture d’Oriente. Di lì a poco egli si imbatté in Lev Tolstoi, che sta meditando su questi stessi temi, e scambia con lui idee, progetti, utopie. Da allora, per tutta la vita, Gandhi cercherà di approfondire questo inedito intreccio di concetti e valori, mettendoli al servizio della rivoluzione nazionale indiana.

Tra difficoltà, incomprensioni, perfino errori – ed anche al di là del linguaggio contingente con cui egli parla ai suoi connazionali – Gandhi riuscirà ad introdurre quel termine inconsueto nel lessico della cultura politica moderna. Anzi. Grazie a lui, arriviamo oggi a capire che la “nonviolenza” può essere la chiave di volta di una affascinante, attualissima, sconvolgente interpretazione della Rivoluzione liberale (quella francese, ma anche quella americana…) la sola interpretazione anzi che possa restituire piena vitalità agli ideali con i quali essa accese gli animi di generazioni interne.

Per un paio di secoli – scrive Roberto Cicciomessere – “contraddizioni spaventose hanno ferito la civiltà della tolleranza e della democrazia. In nome della dea Ragione si è ucciso e massacrato, in nome delle Nazioni e delle Rivoluzioni si sono fatte guerre e carnai”. Solo con l’integrale, puntuale, rigorosa applicazione dei valori e della prassi nonviolenta – o meglio, solo nello sforzo per tradurli politicamente in concreti comportamenti e leggi – gli ideali di libertà, di tolleranza, di democrazia sollevarti dalla società dei Lumi tornano a splendere e ad esprimere il loro enorme, inesplorato potenziale. Come dice ancora Cicciomessere, “la nonviolenza politica può oggi costituire la forma più avanzata e intera della tolleranza laica”.

I testi qui raccolti cercano di rendere esplicito questo essenziale nocciolo. Essi sono una sommaria selezione dell’ingente produzione di scritti che hanno accompagnato trenta anni di battaglie nonviolente del Partito Radicale e del suo leader Marco Pannella: quelle battaglie per le quali il PR ha conquistato in Italia (e non solo)eccezionali vittorie sociali, ideali e politiche. Tale origine “militante” rafforza la loro ambizione, di essere spezzone necessario di una “teoria” politica del moderno liberalismo, del dialogo e della tolleranza, della democrazia.

I temi, i problemi che vengono accennati, sono enormi. Per affrontarli e tentare – solo tentare! – di risolverli a richiesta però oggi una nuova organizzazione delle lotte nonviolente. Un partito “nazionale” non è più sufficiente. Occorre ormai dare vita a un soggetto politico che sollevi sforzi e strumenti nonviolenti a livello transnazionale, superando gli angusti confini nazionali e confrontandosi attivamente con quei nuclei, o abbozzi, di “società universale” che le Nazioni Unite e i processi di integrazione federale in corso e in progetto su basi regionali (Europa, Africa occidentale, America latina, ecc.) vengano configurando.

Solo questa dimensione appare ormai adeguata ad affrontare i tremendi temi politici, sociali, ambientali che sono di fronte a noi, all’alba del terzo millennio e mentre di nuovo sentiamo scatenarsi, minacciosi e arroganti, i demoni della violenza. Solo in un contesto transnazionale riacquistano slancio e significato anche i termini di “destra” e “sinistra”, altrimenti logori e inutili.

Ci auguriamo che l’antologia possa costituire un primo valido “breviario” per chi voglia cooperare a far crescere tale partita: il Partito Radicale, transnazionale e transpartitico, appunto.

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Fonte: http://www.perlagrandenapoli.org/?p=2968

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