Nel carcere di San Sebastiano

Dichiarazione di Maria Isabella Puggioni esponente Radicale e di Irene Testa Segretario dell' Associazione il Detenuto Ignoto

Non solo le celle sono fatiscenti, alcune ricoperte di muschio verde, non solo in queste celle si resta per 20 ore,senza nessuna possibilità di lavoro, non solo le stesse celle non possono essere pulite( mancano i soldi per l’acquisto dei detersivi), non solo nelle celle previste per una persona ci sono tre letti a castello e tre persone sono obbligate a convivere in sette metri quadri, gabinetto alla turca compreso, non solo ci sono 144 tossicodipendenti e numerosi casi psichiatrici con tutti i problemi connessi. Non solo su 95 posti letto ci sono 208 detenuti ( ben 113 in più) . Ma Dinanzi a questa situazione il numero degli agenti della polizia penitenziaria è dimezzato non solo rispetto alle necessità, ma a quanto previsto dalla legge e dai trattati internazionali.

Tutti potevano prevedere che in una tale situazione prima o poi potesse accadere l’irreparabile.Ma non il DAP, non il ministro!

Ed ecco, puntuale, il ritardato soccorso e la morte di un suicida:
un uomo accusato del più infamante dei delitti, l’aver abusato della sua stessa figlia.
Per questo subito incarcerato, come se la sua colpevolezza fosse già provata, mentre disperatamente proclamava la sua innocenza. La magistratura indaga. E su chi indaga?

Sul direttore del carcere, il comandante, un agente. Non conosciamo gli eventuali capi d’imputazione, ma forse: mancata capacità di moltiplicarsi?

Siamo sicuramente poco informati, ma non abbiamo notizia di indagini sul mancato rispetto delle leggi, dei trattati internazionali, dei diritti dei detenuti e della Costituzione stessa da parte del DAP e del ministro competente.

Non c’era l’obbligatorietà dell’azione penale?

Fonte: http://detenutoignoto.blogspot.com/2010/07/nel-carcere-di-san-sebastiano.html

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