Matteo Mainardi alla Costituente Ecologista: piú ecologismo liberale e meno ideologizzazione

Dal primo Meeting nazionale di Bologna riparte l’ambientalismo italiano. Dopo le disavventure che hanno attraversato i Verdi, parte un nuovo progetto politico attraverso una piattaforma di lavoro comune, aperta a tutti, che è la Costituente Ecologista.

Sotto il manifesto “Io Cambio!” tante esperienze a confronto e la speranza che il pluralismo del dibattito politico su temi delicati, che vedono mischiarsi interessi pubblici e privati, quale appunto quello dell’ambiente, possa trovare in questa Costituente un buon terreno di confronto. 

Ripartire dunque, ma ripartire sicuramente da e su basi nuove. Ripartire innanzitutto discostandosi radicalmente da quel fondamentalismo ideologico che per troppi anni ha caratterizzato il mondo ecologista che da progressista ed innovatore, si è ritrovato ad essere un’alcova di conservatori ideologizzati che sulla base della cristallizzazione delle proprie idee ha formulato proposte politiche. Questa Costituente Ecologista dovrebbe rappresentare le radici di quell’ecologismo liberale che, rimettendo costantemente in gioco ogni singola alternativa politica in campo, ha portato a dare fantastici frutti nei vari Paesi dell’Unione Europea ed, a macchia di leopardo, in diversi Paesi del mondo.

Un distaccamento dagli ideologismi quindi, con una possibilità di dialogo interno sempre disponibile, sempre attivabile su qualsiasi questione.

Ma ciò può bastare? Dopo la fine della prima repubblica sicuramente il distacco ideologico ed il relativismo culturale sono un grande passo avanti che i movimenti candidati a governare il nostro Paese possono mettere in atto, ma tutto ciò non è sufficiente se non inserito in un’ottica di transpartitismo, che si apra alla visione poliedrica della persona e ne riconosca la possibilità, ed anzi la agevoli e spinga, di possesso della doppia tessera di partito. Utopia radicale? Forse no, soprattutto se si riconosce alla parte – che si trasfigura simbolicamente nel partito – la caratteristica di aiutare lo sviluppo del pensiero dei propri associati.

Proprio a ciò si lega l’esigenza di non aver paura della parola Partito, del non nascondersi dietro il velo dei vari Movimenti ed Associazioni. Il partito, a differenza di ciò che ne pensa il populismo autoritario grillino – ed a dire ciò è uno che con il Grillo delle origini ha iniziato la sua attività di militanza politica-, è uno strumento positivo di risoluzione dei conflitti ed intermediazione tra cittadino ed istituzione. E’ il mezzo eletto dalla nostra Costituzione e che dobbiamo rintracciare nella pienezza della sua dignità.

Tutto ciò non può trascendere però dallo strumento della nonviolenza come forma di lotta prediletta per il riconoscimento dei diritti e per la restituzione della legalità, ostaggio del Regime Partitocratico che tiene in ostaggio i cittadini e la Politica italiana.  Poi quali temi dovrebbe trattare questa Costituente? Fermarci ai diritti ambientali mi sembra un obiettivo piuttosto miope. Il nostro primario obiettivo, proprio per riuscire poi a parlare di ambiente ed ecologismo, dovrebbe essere quello di sfondare il fronte dei Diritti Civili quanto mai vilipesi nell’Italia di oggi.

Parliamo di RU486, parliamo di contraccezione, parliamo del mondo delle disabilità, della disparità lavorativa femminile, di divorzio breve, di antiproibizionismo, di diritti digitali e diritti della sessualità. Parliamo di diritti ma armiamoci anche di nonviolenza per appropriarci di queste proprietà della persona umana.

Solo se tutto ciò verrà fatto potremmo passare dal manifesto “Io Cambio!” all’esultanza dell’”Io ho Cambiato!”.

Matteo Mainardi

Presidente Radicali Marche

email matteomainardi.posta@gmail.it

Intervento di Matteo Mainardi alla Costituente Ecologista

Fonte: http://beta.radicalimarche.org/2010/10/21/matteo-mainardi-alla-costituente-ecologista-piu-ecologismo-liberale-e-meno-ideologizzazione/

Sostieni i Radicali Italiani con almeno 1 € - Inserisci l'importo » €