L'Unibas, l'Eni, il petrolio e il doppio binario.

Ho provato in queste settimane a descrivere il contesto che va materializzandosi in terra di Basilicata dopo la forte denuncia radicale sui veleni industriali e politici. Siamo di fronte ad una tattica consolidata, che consiste nel moltiplicare le voci, fare "ammuina", per seppellire la verità. Il doppio binario, le doppie e triple verità diventano la regola e lo strumento propedeutico per delegittimare e gettare discredito su chi ha voluto descrivere un frammento di quella peste italiana che va sotto il nome di "Caso Basilicata". Ringrazio la Prof.ssa Maria Rita D'Orsogna, che ha saputo e voluto cogliere quella che il sig. Saviano chiamerebbe "la macchina del fango". Peccato che lo stesso Saviano non abbia speso una parola su tutto ciò che pure gli è stato segnalato attraverso l'invio del dossier  "La Basilicata avvelenata dalla malapolitica". Comprendo, i sistemi che si usano in Lucania per demolire e occultare la verità sono assai più sosfisticati di quelli di cui parla lo scrittore campano. E i poteri che inquinano e corrompono questa terra non sono i clan con la coppola e la lupara.

Di Maurizio Bolognetti, Direzione Nazionale Radicali Italiani

 
di Maria Rita D'Orsogna
Mi vengono inviati due filmati di Sabino Bufo, un professore ordinario di chimica agraria presso l'universita' di Potenza. Il primo e' in relazione ad un convegno svoltosi a Potenza in data 15 Gennaio 2011 e sponsorizzato dall'Universita' dalla Basilicata, l'altro in merito alla sua apparizione al TG3 lucano per commentare lo stesso convegno.

Il tema del suo intervento era "la complessita della composizione del petrolio" e dell'impatto che questo materiale ha sull'ambiente, e sulla salute dell'uomo.

Ci si riferisce alla presenza di zolfo che e' dannoso alla salute dell'uomo, "come riferito dalla professoressa Albina Colella".

In realta' quelle slide della professoressa Colella erano tutte mie (pari pari - stendiamo un velo pietoso) per cui mi sento chiamata direttamente in causa.

Il prof. Bufo fa una lunga disquizione, e parla di tumori in relazione a mutagenesi e teragenesi e tumori. Deve ammettere anche lui che ci sono effetti tossici negli organismi acquatici e nella catena alimentare, che i dervati del petrolio sono "potenzialmente tossici" e che con la lavorazione e l'arrivo in superficie del petrolio possono crearsi sostanze ancora piu pericolose di quelle che erano sottoterra.

Conclude dicendo, riferendosi al petrolio, che:

con l'impatto in ambiente e quindi con l'azione del sole e dell'aria si formano sostanze tossiche per le quali bisogna prendere precauzioni molto piu' importanti.

Interessante pero' che poi va al telegiornale a dire che

non sappiamo nulla di quello che e' l' impatto delle perforazioni petrolifere sulla qualita' della vita in generale.

Il convegno lo sentono in 100, il tg tutta la Basilicata.

Nella mia opinione, il messaggio che passa al popolo e' che il professore ha detto che non si sa, per cui andiamo avanti.

Dal curriculum pubblico di questo Bufo viene fuori che e' stato un impiegato dell'ENI, negli anni '80. Cosi dice il suo CV:

Researcher at ASSORENI and ENIRICERCHE, the Association among Companies of ENI Industrial Group (National Petroleum Company - Holding) for Research Development and Planning (1982-1984).

Interessante e' che adesso sia parte del dipartimento di agricoltura, foreste e dell'ambiente, e che sia un esperto di soil remediation, cioe' come ripulire il territorio dall'inquinamento.

La mia domanda e': dov'era il professor Bufo 20 anni fa a parlare di effetti teragenesi, di tumori e di mutagenesi ai suoi concittadini?

Dov'era lui a fare le battaglie per la sua gente? O almeno a spiegare queste cose al popolo lucano? Dove erano lui e tutti questi altri professori lucani PRIMA?

Perche' Bufo e gli altri dell'Universita' della Basilicata non hanno fatto la loro parte per EVITARE che la Basilicata diventasse un campo petrolifero? Perche' non fanno la loro parte ADESSO per evitare la proliferazione di altri centri oli, di altri pozzi?

Perche' non dicono una parola sulla stampa a favore di Bolognetti?

Perche' non dicono niente sulla stampa del responsabile di tutto cio' - l'ENI?

Ad esempio, non mi risulta che l'Università della Basilicata abbia preso posizioni pubbliche sulla questione del pozzo di petrolio dietro l'ospedale che l'ENI voleva costruire a Marsicovetere, o sull'inquinamento della diga del Petrusillo, o sulla sorgente dell'Acqua di Calvello.

E non mi venissero a dire che "non si sapeva" o che "non ci si puo' mettere contro l'ENI".

Si sa tutto. Si puo' tutto. Basta volerlo e dedicarcisi anima e corpo, senza paura.

E' troppo facile cosi, e come dico sempre, uno che sta all'universita' ha il dovere morale di fare le cose buone per la comunita' in cui vive, come ce l'hanno i medici, i preti. Come in realta' ce l'hanno tutti.

Un'abbraccio a tutti quelli della OLA, gli unici che invece la coerenza ce l'hanno da vendere.

Fonte: http://lucania.ilcannocchiale.it/post/2590471.html

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