L'Italia vs Di Bello e Bolognetti(di Maria Rita D'Orsogna)
Articolo pubblicato il 10/01/2011 nella sezione Associazioni
Intervento di Maria Rita D'Orsogna, docente universitaria presso il Dipartimento di Matematica della California State University, a Northridge.
Sono letteralmente scandalizzata e profondamente rattristata dal trattamento antidemocratico riservato dalle autorita' lucane al Tenente Giuseppe di Bello e al giornalista Maurizio Bolognetti.
I due non hanno nessuna colpa, ai miei occhi almeno, se non quella di avere cercato la verita' , di essersi posti domande, e di avere voluto fare sapere a tutti, a proprie spese, tempo ed energia, che l'acqua di varie dighe lucane e' inquinata. E invece di ringraziare i due per il loro lavoro, i magistrati lucani li denunciano, li chiamano in procura, li sospendono dal lavoro, come dei criminali.
E' scandaloso, e mi vergogno per loro.
Della storia dell'acqua e dei campi avvelenati in Basilicata dall'ENI e da Total, abbiamo gia' parlato varie volte in questo blog.
Sorgenti idriche millenarie a Calvello con Acqua dell'Abete e della Terra chiuse per inquinamento, molto probabilmente da rifiuti petroliferi, campi di Corleto Petricara che custodivano rifiuti tossici targati Total e i cui prodotti la gente ha mangiato per anni, e l'acqua potabile contaminata in alcune dighe lucane.
La storia di Di Bello e di Bolognetti e' molto semplice.
Il dipartimento ambiente della Regione Basilicata il 5 e il 18 novembre 2009, compie dei monitoraggi nelle dighe di Monte Cotugno, Pertusillo, Camastra e Savoia di Lucania. Si registrano colibatteri fecali, sintomo del malfunzionamento di depuratori e sostanze tossiche chimiche industriali.
Questi risultati vengono invitati al tenente di Bello con pregehiera di diffonderli fra i portatori di interessi diffusi. Lui obbedisce e ne parla con politici e giornalisti, fra cui Bolognetti. Vivono li, non sono portatori di interesse?
A Gennaio 2010 Bolognetti e Di Bello decidono di indagare in modo indipendente sulla qualita' delle acque in queste dighe. Vanno con un chimico a prelevare i campioni e fanno fare le analisi alla filiale di Vasto della ditta Biosan, la cui sede principale e' in Michigan. Le analisi sono state pagate dall'associazione Coscioni, Nessuno tocchi Caino, i Radicali.
I risultati decretano senza ombra di dubbio la presenza di un grave inquinamento di origine biologica e chimica sulle acque di queste dighe. In particolare per la diga del Pertusillo la Biosan disse che il campione non rientrava nei limiti di qualità delle acque destinate al consumo umano.
Acqua avvelenata, dunque.
L'elegante PM di Potenza, Salvatore Colella, invece di andare a chiedere all'ENI, alla Total e alle altre ditte industriali della zone che cosa ne facessero dei rifiuti petroliferi e industriali, e se per caso c'entrino con l'acqua delle dighe non adatta al consumo umano, decide di prendersela con Bolognetti e Di Bello.
E' piu' facile prendersela con due cittadini alla ricerca della verita' che con petrolieri e industriali, eh?
E cosi' inizia il calvario di Bolognetti e di Di Bello. A Marzo 2010 i due vengono convocati dai carabinieri, e poi la casa di Bolognetti viene perquisita (stile Corea del Nord) alla ricerca di materiale pericoloso. Neanche ce l'avesse messa lui la monnezza tossica nelle dighe!
Dice Bolognetti:
All’inizio ho pensato di esser stato convocato per avere notizie sugli esposti riguardanti vicende di inquinamento di Tito, della Val Basento, di Fenice o per essere ascoltato sulla denuncia presentata in procura nei confronti di alcuni dirigenti dell’Arpab. Non è così: la procura di Potenza vuole conoscere la mia fonte sulla vicenda dell’inquinamento degli invasi. In pochi minuti passo dal ruolo di accusatore a quello di imputato. Il sostituto procuratore di Potenza, Salvatore Colella, dispone la perquisizione della mia abitazione, negandomi la possibilità di avvalermi del segreto professionale, in quanto non iscritto all’albo dei giornalisti. Sono rinviato a giudizio insieme al tenente Di Bello.
Roba da matti! Ci sara' qualcosa di illegale nel sapere cosa si beve?
Non finsice qui. Fra maggio e giugno 2010 nella diga si reigstrano strane morie di pesci. A Luglio 2010, il tenente di Bello viene sospeso dal lavoro per due mesi e senza stipendio. Tutto questo nonostante, come ricorda Bolognetti, la convenzione di Aarhus dice:
In caso di minaccia imminente per la salute umana o per l’ambiente, imputabile ad attività umane o dovuta a cause naturali siano diffuse immediatamente e senza indugio tutte le informazioni in possesso delle autorità pubbliche che consentano a chiunque possa esserne colpito di adottare le misure atte a prevenire o limitare i danni derivanti da tale minaccia.
Da allora fino ad adesso, nessuna voce di solidarieta' per Bolognetti e per Di Bello, ne dalla chiesa cattolica, ne dal presidente di regione Vito di Filippo, ne da parte del corpo docente dell'Universita' della Basilicata, neppure da parte di enti lucani preposti al monitoraggio e alla difesa della salute, come l'ARPAB dell'ex direttore Vincenzo Sigillito, e oggi del nuovo direttore Raffaele Vita.
Il 26 gennaio 2011 Bolognetti e Di Bello dovranno comparire di fronte al Gup di Potenza per violazione del segreto d’ufficio e per un "disegno criminoso consumato da un’associazione a delinquere costituita dal tenente della Polizia Provinciale di Potenza Giuseppe Di Bello e
Maurizio Bolognetti".
Farebbe anche ridere, se non che fa piangere.
Perche' il PM Colella non va a perquisire i documenti dell'ENI e della Total?
Fonte: http://lucania.ilcannocchiale.it/post/2586430.html
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