L'Italia è sull'orlo della crisi tecnologica
[dal blog di Luca Nicotra, segretario di Agorà Digitale]
Il futuro della Rete in Italia è compromesso. L'annuncio di nuovi esuberi che porta a 6822 il conto totale entro il 2012 (2300 erano già previsti) è solo l'ultima puntata della grave crisi che colpisce Telecom e che avrà un impatto decisivo sulle possibilità di innovazione nel nostro paese.
La situazione è questa: se non facciamo la nuova rete per cui ci vogliono più o meno 13 miliardi di euro, tra 10 anni l'Italia può tranquillamente considerarsi fuori dal mondo sviluppato.
Il problema è che Telecom ha un debito di 35 milardi con un fatturato di 27 miliardi. Una situazione da fallimento, causata da una serie di scelte storiche sbagliate a partire dalla privatizzazione della Rete in un mercato non liberalizzato, poi aggravata dalla nota scalata che ha consolidato un debito mostruoso. Nel frattempo sono passati almeno una decina d'anni in cui Telecom ha investito davvero poco ed ora viene coplita dalla crisi globale del settore: basta andare sul blog di Stefano Quintarelli per accorgersi delle vittime sul campo di battaglia.
Il governo può fare qualcosa? Per ora è stato neppure in grado neppure di stanziare una prima trance da 800 milioni promessa da tempo e poi scomparsa, riapparsa e riscomparsa diverse volte. E si tratta di fondi destinati allo sviluppo delle aree svantaggiate. Siamo arrivati al punto in cui è davvero difficile fidarsi degli annunci fatti e non aumenta la fiducia il recente staziamento di 20 milioni per un risibile incentivo, comprensibilmente ignorato dagli italiani.
Il bello è che se anche il governo davvero decidesse di finanziare la nuova rete si troverebbe in seria difficoltà. Perchè Telecom non è più in grado di investire e rischia anzi di dover utilizzare tutte le entrate per ripianare parte del debito al contempo facendo finta di fare qualcosa. Anche gli annunci della pioggia di miliardi promessi per la banda larga nei prossimi anni sono privi di dettagli e quindi credo ci sia poco da fidarsi.
Una situazione senza uscita quindi? Probabilmente le uniche iniziative perseguibili ad oggi sono quelle proposte da Valducci, presidente della commissione trasporti che ha proposto una roadmap per la digitalizzazione che tra le atre propone la mappatura delle infrastrutture del paese e un coordinamento Stato-Regioni per gli interventi futuri. Monitoraggio che anche Agorà Digitale già a novembre aveva auspicato.
Tutto questo potrebbe permettere, mentre si cerca una soluzione (che io davvero non saprei immaginare) a livello nazionare, di consentire iniziative dal basso mettendo in sinergia le risorse che le amministrazioni locali sono disponibili ad investire.
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Fonte: http://www.agoradigitale.org/italia-crisi-tecnologica
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