LETTERA DI SERGIO RAVELLI AL QUOTIDIANO "LA CRONACA"

I RADICALI: TAMOIL SI FACCIA CARICO
DELLA BONIFICA E DELLA RICONVERSIONE
(La Cronaca del 19.12.2010)

Non vorrei che le immagini dei tanti, amichevoli incontri fra il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e il dittatore libico Muammar Gheddafi, sommate al dinamismo di Roberto Formigoni, da oltre tre lustri governatore della Lombardia secondo il motto “fede, affari e politica”, ingenerassero eccessive speranze sulla capacit del nostro governo, sia a livello nazionale che a livello regionale, di affrontare di petto la questione Tamoil con i partner libici. La proposta, oggi da tutti condivisa, di inserire la crisi Tamoil e in particolare il futuro occupazionale di centinaia di lavoratori dentro il quadro dei rapporti bilaterali tra Italia e Libia ragionevole ma tardiva e non tiene conto degli accordi gi siglati tra il governo italiano e quello libico. Ricordo che in forza del trattato di amicizia italo-libico firmato 2 anni fa (e approvato in parlamento tanto dal centrodestra che dal centrosinistra, ad eccezione dei parlamentari radicali) l’Italia si impegnata a versare in 25 anni 5 miliardi di euro e che l’Eni ha deciso di investire in Libia l’enorme cifra di 20 miliardi di dollari nei prossimi 10 anni (quasi 30 mila miliardi di vecchie lire!). Inoltre, Impresilo s.p.a. ha in vista la costruzione della pi lunga autostrada in Libia (investimento di 2,3 miliardi di euro). Non ci risulta che sia mai stata valutata la possibilit di inserire fra le contropartite la risoluzione delle questioni legate alla raffineria Tamoil. Anzi, i fatti di queste ultime settimane dimostrano il contrario, vista l’arroganza e la spregiudicatezza del management libico. Per questi motivi, come Radicali, abbiamo ritenuto importante, e le nostre iniziative politiche degli ultimi anni si sono indirizzate in tal senso, che la vicenda Tamoil non si svolgesse sul tavolo della politica bens su quello della magistratura. Perch una cosa certa: da parte di Tamoil s.p.a. sono stati commessi dei crimini e per quei crimini ci devono essere delle punizioni. Esemplari? No, giuste. E nella punizione giusta ci sono tutta una serie di provvedimenti risarcitori indispensabili: per le bonifiche, per i lavoratori, per gli operatori. Tutto deve andare a carico di chi quei reati ha commesso. E non ci si venga a dire che la famiglia Gheddafi versa in ristrettezze economiche o che non ha sufficiente liquidit finanziaria. Come stato ricordato di recente, la Libia interessata a rafforzare la propria presenza azionaria in Eni (come gi ha fatto in Unicredit) e che la liquidit libica disponibile sul mercato valutata a circa 150 miliardi di dollari in valuta estera! Quindi, per l’”amico” Gheddafi, i costi della bonifica integrale dell’area, per i risarcimenti dovuti e per una eventuale riconversione industriale sono ‘bruscolini’!
Sergio Ravelli, segretario dell'associazione radicale Piero Welby di Cremona

Fonte: http://www.radicalicremona.it/modules.php?name=News&file=article&sid=1709

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