INCHIESTA TAMOIL: DICHIARAZIONE DI SERGIO RAVELLI
RISARCIMENTI INDISPENSABILI
(La Cronaca del 23.12.2010)
"Fin dallapertura dellindagine a carico della Tamoil da parte della Procura di Cremona, avvenuta nellestate 2007, abbiamo cercato di sostenere e incoraggiare in tutti i modi, anche attraverso manifestazioni pubbliche, liniziativa degli uffici requirenti, in particolare del pm Cinzia Piccioni e del procuratore Roberto di Martino. A loro va il nostro plauso a conclusione di un lungo e complesso lavoro, reso ancora pi difficile dalle condizioni nelle quali sono costretti a operare gli uffici della Procura di Cremona". A parlare Sergio Ravelli, segretario dell'Associazione radicale Piero Welby di Cremona, in merito alla chiusura della maxi inchiesta che ha coinvolto la raffineria cremonese. "Come abbiamo pi volte denunciato in sede politica", si legge nel comunicato dei radicali, "i reati contestati ai dirigenti del cda Tamoil sono molto gravi e inquietanti. Di conseguenza, lo ribadiamo, se da parte di Tamoil sono stati commessi dei crimini, per questi crimini ci devono essere delle punizioni. Esemplari? No, giuste. E nella punizione giusta ci devono essere una serie di provvedimenti risarcitori indispensabili: per la bonifica delle aree interne ed esterne, a favore dei lavoratori Tamoil e delle societ rivierasche. Tutto deve andare a carico di chi quei reati ha commesso. A tal fine, auspichiamo che le diverse fasi processuali si aprano nei tempi pi brevi possibili".
In merito all'indagine Tamoil, La Procura ha appena chiuso il filone principale sull'inquinamento ambientale delle falde acquifere. Cinque le persone indagate, tra presidenti e componenti del consiglio d'amministrazione dal 1999 al 2007. Per loro l'accusa di avvelenamento delle acque destinate ad uso umano. Un reato molto grave, per il quale si rischiano pene anche fino a 15 anni di reclusione. Le analisi sull'inquinamento da idrocarburi avevano rilevato un grave grado di contaminazione della falda acquifera superficiale con un concentramento di idrocarburi superiore anche di 2.000 volte al parametro consentito. Era il 19 maggio 2008, quando il pm aveva confermato "il grave inquinamento sotto la Tamoil" che aveva superato i confini catastali della raffineria e che si era esteso all'area golenale delle canottieri, con particolare riferimento al Cral Tamoil e alla Bissolati. Ancora oggi, secondo la Procura, i pozzi sono inquinati sotto i 50 metri e l'inquinamento si estende anche nella falda intermedia fino a 70 metri dal piano campagna. Dei cinque indagati per avvelenamento delle acque, tre devono anche rispondere di disastro colposo in relazione al pericolo di esplosione che si era creato alla fine di maggio del 2008 in seguito alla piena del Po. L'allora sindaco Gian Carlo Corada aveva ordinato la chiusura di Bissolati, Cral Tamoil e del parcheggio della Flora. La paura era che la piena portasse in superficie i livelli dei gas interstiziali presenti nei pozzetti e dovuti al maxi inquinamento del terreno dovuto allo sversamento degli idrocarburi della raffineria. Il pm Piccioni ha chiuso anche i tre tronconi di indagine riguardanti la salute degli operai in relazione al valore di benzene rilevato nelle urine, il rischio di esplosione di un serbatoio e lo stoccaggio di rifiuti pericolosi nell'area vicino all'istituto agrario Stanga. Per questi tre fascicoli, gli indagati sono cinque. (Sara Pizzorni)
Fonte: http://www.radicalicremona.it/modules.php?name=News&file=article&sid=1715
- Login to post comments