in Malesia ragazzini effemminati vengono rieducati alla normalità
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Dopo la sconvolgente notizia che in Inghilterra i bambini già a 12 anni possono scegliere il loro orientamento sessuale (mentre stranamente non possono dare un consenso a un rapporto sessuale con un adulto..) in Malesia 66 ragazzini dai 13 ai 17 anni dovranno andare in un campo di "rieducazione" per «convilcerli» a ritornare a una sessualità "normale". Infatti in quel Paese musulmano l'omosessualità è illegale e la sodomia ha come pena fino a 20 anni di carcere. Io penso che questa iniziativa del Governo malese sia inaccettabile e mi stupisco che i vari network e media non diano notizia (mentre se si trattasse di pedofilia ne avremmo notizia su tutti i mass-media).
Ecco l'articolo: a voi le conclusioni....
Malesia: “centro di addestramento” anti-gay
mercoledì 20 aprile 2011
Nello stato conservatore di Terengganu in Malesia, 66 scolaretti tra i 13 e i 17 anni identificati dagli insegnanti come “effeminati”, hanno iniziato a frequentare delle sedute di assistenza psicologica che, discostandoli dal loro presunto orientamento omosessuale, li avrebbero “riportati sulla retta via”. Un vero e proprio “centro di addestramento correttivo” per correggere il fare effeminato degli alunni musulmani; un concentrato in quattro giorni di educazione religiosa e fisica al termine dei quali gli scolaretti sarebbero risultati “guariti”. Ma al Ministro delle Donne Shahrizat Abdul Jalil il progetto educativo non è proprio andato giù e ne ha chiesto la sospensione. A suo avviso, infatti, selezionare i ragazzini in base ai loro modi femminei, o presunti tali, non è solo dannoso per la loro salute mentale, ma rappresenta un vero e proprio trauma. Oltre a violare al Child Act, che protegge i bambini da qualsiasi tipo di pregiudizio. Alle proteste del politico malese si aggiungono quelle dei sostenitori dei diritti degli omosessuali secondo i quali l’iniziativa promuoverebbe l’omofobia in un Paese a maggioranza musulmana dove i rapporti gay sono ancora illegali. Razali Daud, direttore dell’istruzione di stato, ha risposto alle polemiche specificando che i ragazzi erano stati invitati al raduno senza per questo essere obbligati a prenderne parte. “Come educatori dobbiamo fare qualcosa – ha affermato Daud - prima che questi giovani raggiungano un punto di non ritorno”. Ha inoltre aggiunto che nonostante in Malesia esistano omosessuali e travestiti, le autorità vogliono diminuire drasticamente il loro numero. Tuttavia parte delle “colpe” – sempre secondo Daud - va attribuita alle famiglie di questi ragazzi che, vestendoli con abiti da femminili sin dalla tenera età, comprometterebbero la loro virilità. In Malesia dove essere omosessuale è illegale, i gay sono costantemente discriminati dalle politiche del governo, tra le quali spicca una legge che fa della sodomia un reato punibile con 20 anni di carcere. Gli attivisti hanno giudicato orribile che gli educatori perseguano i bambini perché esprimono la loro personalità e identità e il Joint Action Group, che si batte per la parità dei sessi ha detto che “un centro di addestramento correttivo” viola il diritto di quelle persone percepite come differenti oltre che “promuovere l’omofobia e il pregiudizio”. Dello stesso parere Pang Khee Teik, attivista per i diritti sessuali e cofondatore di Seksualiti Merdeka, ha inoltre aggiunto: “Tutto ciò che impareranno gli studenti da questo camp è che le persone si aspettano da loro determinati comportamenti. E, allo scopo di evitare ulteriori situazioni ridicole, impareranno a fingere meglio. Alla fine gli stiamo solo insegnando come essere ipocriti”.