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Fabio PAZZINI
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quinsotto una bozza di mozione per il congresso che vuole essere anche un contributo al dibattito

CONGRESSO NAZIONALE DI RADICALI ITALIANI – CHIANCIANO TERME – 29-10/1-11-2010

MOZIONE CONGRESSUALE (BOZZA)

“RADICALI ITALIANI - PARTITO LIBERALE, LIBERISTA, LIBERTARIO”

PREAMBOLO

La libertà dei cittadini italiani è sempre più conculcata da un sistema statuale/politico oppressivo, invasivo e dirigistico.

All’ invasione dello Stato in economia, all’occupazione partitocratica della gestione di risorse e alla concertazione corporativista delle decisioni pubbliche, negli ultimi anni si è affiancata una sempre più forte deriva etico-proibizionista.

Il filone culturale è unico: l’affermazione dell’individuo e delle sue volontà non è vista come risorsa dell’interesse di tutti e di ognuno, ma come un grave pericolo da controllare e reprimere.

Il tutto aggravato dalla mancata percezione di quanto realmente accade da parte dei cittadini, nati e cresciuti in democrazia solo nominale e non più in grado di percepire la gravità della negazione delle libertà, anche formali.

Insieme a tutti i liberali, i Radicali devono porsi urgentemente un obiettivo primario: la DRASTICA RIDUZIONE DELLO STATO NEGLI AMBITI NON DI SUA COMPETENZA. Vie di mezzo non sono date.

Radicali Italiani individua sui vari fronti alcuni punti di forza, anche facendo riferimento a proposte di legge già presentate, ma dormienti.

 

STATO ed ECONOMIA

Neo-feudalesimo: è il sistema che ormai governa il Paese con una partitocrazia (il principe) che si auto alimenta – nonostante le finte varie privatizzazioni e liberalizzazioni - attraverso controllo e gestione di imprese a livello nazionale e locale. Il tutto con la complicità interessata della grande impresa assistita e delle gilde professionali (i vassalli) che mantengono così posizioni di privilegio e ambiguità e cancellano ogni possibilità per altri possibili attori di farsi avanti, mortificano la concorrenza e il suo corollario, cioè l’interesse dei singoli cittadini.

Per scardinare questo stato di cose:

-          Privatizzazione totale dell’ENI;

-          Revisione del Decreto Ronchi con eliminazione di ogni possibile deroga alla privatizzazione dei servizi pubblici;

-          Legge sul conflitto di interessi che vieti ogni intreccio societario e personale tra società che dovrebbero essere concorrenti o;

-          Eliminazione di ogni incentivo statale che non sia per progetti di ricerca approvati e verificabili;

-          Riduzione e accorpamento dei livelli politico-amministrativi, conseguente riduzione della tassazione e dunque dell’impiego pubblico;

 

STATO SOCIALE

-          Riforma pensionistica - innalzamento età pensionabile – transizione verso un sistema privatistico-concorrenziale (modello cileno) – precari e legge Turco-De Lucia

-          Riforma sanitaria modello tedesco

-  Riforma scolastica con l’introduzione del “buono scuola” e conseguente eliminazione dei         finanziamenti pubblici alle scuole private, concorrenza tra istituti (privati o pubblici che siano).

 

GIUSTIZIA

Il sistema giustizia italiano necessita di una revisione completa sia dal punto di vista della sua efficienza che dei diritti negati al cittadino. Abusi e rendite di posizione della corporazione magistratura invadono i palazzi di giustizia, le inefficienze di tutto l’apparato di supporto si traducono in giustizia negata. Oltre alla reale applicazione delle norme già approvate recentemente, occorrono leggi e modifiche alla Costituzione:

-          Divisione delle carriere tra pubblico ministero e giudice;

-          Abolizione dell’obbligatorietà azione penale;

-          Riforma CSM;

-          Revisione e accorpamento delle sedi dei Tribunali;

-          Proibizioni di qualsiasi incarico extra giudiziale dei magistrati.

 

LIBERTA’ CIVILI E ANTIPROIBIZIONISMO

Non è superfluo richiamare i tre diritti naturali pre-statuali - Vita, Libertà, Proprietà - perché la tendenza proibizionista e etico-moralista degli ultimi anni continua a riaffermare una cultura di governo tesa a formare il cittadino a immagine e somiglianza della maggioranza di turno. Non più scelte individuali e consapevoli, ma norme cogenti che impediscono il legittimo svilupparsi di una vita libera.

Servono:

-          Legge sul matrimonio omosessuale e divorzio breve (“cd amore civile”);

-          Legge sul testamento biologico;

-          Legalizzazione delle droghe.

 

INFORMAZIONE e DEMOCRAZIA LIBERALE

-          Privatizzazione della RAI e appalto del servizio pubblico;

-          Abolizione degli aiuti economici all’editoria;

-          Abolizione degli aiuti economici a cinema, enti teatrali, etc.

 

INTERLOCUTORI POLITICI

Il progetto di una profonda collaborazione col PD è fallito, come dimostra il documento allegato alla mozione del Comitato Nazionale di settembre 2010. Questa sinistra non ha nulla a che fare con la visione liberale e antipartitocratica proposta da Radicali Italiani. Certo non deve comunque a venire a mancare il confronto con tutti i soggetti politici presenti dentro e fuori del Parlamento, tantomeno con il PD, ma Radicali Italiani deve invitare i parlamentari Radicali ad iscriversi al Gruppo Misto formando la componente Radicali Italiani.

Questo darà modo di più liberamente esplorare altre convergenze con le componenti del Parlamento su proposte anche singole coincidenti con gli obiettivi politici di Radicali Italiani.

 

L’ORGANIZZAZIONE DI RADICALI ITALIANI

In questi ultimi anni l’azione radicale ha avuto evidenti difficoltà nell’esplicarsi e soprattutto nel raggiungere i cittadini.

Come più volte ribadito l’informazione, di regime e no, ha pesantemente contribuito all’oscuramento delle proposte radicali. Ma anche il modello organizzativo di Radicali Italiani è da aggiornare e adeguare alle esigenze attuali.

a)      Fondamentale è dare un’immagine di unitarietà di azione tra i soggetti operanti a livello centrale e locale. Troppo spesso si ha l’impressione che segreteria, delegazione parlamentare e associazioni locali non abbiano un’unitarietà di azione e soprattutto non siano coordinate.

E’ necessario che il gruppo parlamentare, pur nella libertà d’azione di ogni singolo parlamentare, si coordini con la segreteria e, con la collaborazione di questa, attui la politica e le iniziative deliberate da congresso e comitato nazionale.

Allo scopo si ritiene necessario che almeno un membro della segreteria (presidente, segretario o tesoriere) sia un parlamentare.

 

b)      Pur nelle differenze di capacità organizzative e politiche troppo spesso sembra che le associazioni locali siano abbandonate a se stesse  e che esista una vera e propria dicotomia tra Torre Argentina ed resto del Paese. Troppo spesso le decisioni non solo operative che vincolano tutto il movimento sono prese al di fuori degli organi statutari senza coinvolgimento degli iscritti o dei loro rappresentanti a livello centrale. Tutto ciò crea disaffezione e al tempo stesso funge da narcotizzante nei confronti della volontà di fare.

Le associazioni locali devono poter inserire nel proprio logo quello di Radicali Italiani, per essere identificate all’esterno come parte a pieno titolo del partito.

Anche la direzione nazionale deve, ad ogni riunione, emettere un documento politico che chiarisca agli iscritti le decisioni che vengono prese e consenta al segretario, pur nella sua autonomia, di avere un quadro preciso in cui muoversi.

 

c)       Anche i troppi simboli elettorali utilizzati in questi anni hanno creato difficoltà nell’elettorato nell’identificare quale sia la reale forza politica che di volta in volta si rappresenta. Durante l’anno la segreteria parla a nome di Radicali Italiani; alle elezioni si presenta la Lista Bonino-Pannella; gli eletti sono genericamente Radicali.

Radicali Italiani deve diventare il soggetto unitario sotto cui si svolge l’attività politica dei radicali sia a livello di elaborazione delle proposte, sia come presentatore di liste alle elezioni, sia come denominazione del gruppi di eletti (fatta salva l’autonomia delle associazioni tematiche della galassia). E’ necessaria una modifica statutaria che preveda la possibilità che Radicali Italiani si presenti alle elezioni con il proprio simbolo.

 

d)      La situazione economica del partito è, come più volte illustrato dal tesoriere, disastrosa. La difficoltà di reperire risorse e soprattutto di far crescere il numero degli iscritti va di pari passo con la difficoltà di esplicare un’azione politica incisiva e credibile. Accanto alle riforme interne previste in questo capitolo è necessario affrontare l’argomento dei soggetti creditori nei confronti di Radicali Italiani e chiedere loro la rinuncia al credito vantato.

E’ evidente che il Partito Radicale Transnazionale in questi anni ha di fatto agito attraverso Radicali Italiani quindi il denaro utilizzato per la sopravvivenza di quest’ultimo ha garantito la sopravvivenza delle battaglie radicali nel loro insieme.

La Lista Bonino-Pannella è stato il soggetto che si è presentato alle elezioni, ma con la macchina organizzativa di Radicali Italiani e con il denaro comunque investito da Radicali Italiani. Tutti i vantaggi economici, compresi l’eventuale finanziamento pubblico e le donazioni private, sono però andati alla Lista. Questa partita di giro deve essere chiusa con la cancellazione del debito.

La questione dell’indebitamento va risolta anche perché pone il problema della reale autonomia decisionale e politica di Radicali Italiani. Potenzialmente, l’intera segreteria potrebbe essere tenuta in scacco e condizionata dai soggetti detentori del controllo dei soggetti creditori. Un problema di democrazia e libertà che il congresso si deve porre.

 

e)      Al di là della proprietà giuridica, per le varie ragioni già esposte nei Radio Radicale deve diventare l’organo di informazione di Radicali Italiani, lasciando comunque alla Lista Pannella la responsabilità della linea editoriale.

 

f)       Data la struttura sempre più importante del livello istituzionale regionale, il partito deve dotarsi di un organo politico regionale per il coordinamento delle attività delle singole associazioni. La proposta è di istituire un’assemblea regionale composta dai segretari delle associazioni regionali che hanno diritto a sedere nel comitato nazionale. Quando la situazione politica lo rendesse necessario, l’assemblea potrebbe nominare di volta in volta un portavoce.

Fabio Pazzini