Presentazione degli Atti del Convegno Stato di Diritto contro Ragion di Stato
Saluti: Domenico Letizia – Seg. Associazione Radicale “Legalità e Trasparenza” di Caserta
Introduzione: Matteo Angioli - Non c’è Pace Senza Giustizia
Intervengono:
Aldo Masullo - Filosofo e Politico Italiano
Gianfranco Borrelli - Prof. di Storia delle Dottrine Politiche all’Università Federico II
Francesco Di Donato – Prof. di Storia delle Istituzioni Politiche all’Università Parthenope
Luigi Compagna – Senatore della Repubblica Italiana
Elisabetta Zamparutti – Tesoriere di Nessuno Tocchi Caino
Conclusioni:
Marco Pannella – Leader del Partito Radicale
Modera il dibattito:
Dott. Alessandro Barbano - Direttore de Il Mattino
“RAGION DI STATO CONTRO STATO DI DIRITTO”
per lo Stato di Diritto democratico, federalista, laico e i Diritti Umani
Nota concettuale
Sempre più cittadini di molti Paesi “democratici” sono espropriati del loro diritto civile e umano di conoscere in che modo e perché i governi a vari livelli prendano determinate decisioni che influiscono sui loro diritti umani e libertà civili, soprattutto per quanto riguarda questioni di “sicurezza nazionale”. Avvenimenti recenti, a partire dallo scandalo che coinvolge la National Security Agency (NSA) sollevato da Edward Snowden, l’utilizzo dei droni, gli attuali scontri a sfondo razziale negli Stati Uniti (ad esempio Ferguson) e le conseguenze della strutturale militarizzazione delle forze di polizia – soprattutto a causa di pretesti come la guerra alla droga e la guerra al terrorismo – testimoniano l'erosione dello Stato di Diritto, base della democrazia. Ancora più preoccupante è il fatto che tali sviluppi allarmanti spesso si siano verificati senza alcuna forma di controllo democratico.
Il recente rapporto sul programma di tortura della CIA pubblicato dal Senato americano è certamente un passo importante che può rafforzare la qualità della democrazia americana. Sull'altra sponda dell’Atlantico tuttavia, i cittadini britannici non hanno ancora il diritto di conoscere le responsabilità dettagliate del coinvolgimento del Regno Unito nell’invasione dell’Iraq nel 2003. Lo sconcertante e inaccettabile ritardo della pubblicazione del Rapporto Chilcot impedisce di conoscere i fatti, assegnare le responsabilità e trarre lezioni per il futuro.
Da un lato vi sono Paesi di solida tradizione democratica che sembrano scivolare in una sorta di “sonno della ragione” e in cui, contemporaneamente, si assiste a un crescente disinteresse degli elettori a partecipare alla vita democratica del proprio paese e a una diffusa mancanza di fiducia nelle istituzioni di governo. Dall’altro lato esistono realtà in cui è la Ragion di Stato e la “legge della giungla” a prevalere. Le imponenti manifestazioni nonviolente a Hong-Kong testimoniano il persistente comportamento anti-democratico della Cina; l'intervento militare russo in Ucraina e le politiche di “normalizzazione” in Cecenia sono emblematiche del potere di Putin e del suo pugno di ferro; dopo il disastro del 2003, Iraq e Siria insieme all’Occidente sono alle prese con il fondamentalismo islamico dell’ISIS, al cui cospetto perfino la minaccia di Al Qaeda sembra inferiore; l'Iran sembra considerare i Paesi vicini sempre più come un cortile di casa e sfida la comunità internazionale aumentando di anno in anno le esecuzioni capitali nonostante il progresso della moratoria universale ONU sulla pena di morte.
Così, cinquant'anni dopo la sconfitta dei Paesi di “socialismo reale”, il rinnovato ricorso all'uso sistemico della Ragion di Stato, ormai prevalente, ha trasformato la maggioranza dei 193 Stati membri delle Nazioni Unite in “democrazie reali”. L'avvertimento profetico del Presidente Eisenhower nel 1961 contro il pericolo derivante, per gli Stati Uniti e per il mondo intero, dal “complesso militare-industriale-congressuale” è rimasto inascoltato.
Come denunciato dall'American Civil Liberties Union (ACLU) nel rapporto dello scorso giugno La Guerra arriva a casa, negli ultimi due decenni, in molti Paesi e città abbiamo assistito all’impiego di mezzi e strategie militariste e a un prolungato, pretestuoso e arbitrario Stato di emergenza proclamato per la pretesa necessità di difendersi e difenderci in tal modo da minacce derivanti da terrorismo, immigrazione, droga e altri “nemici”. Si è radicato così uno “Stato di Emergenza” permanente, le cui radici spesso affondano in presupposti ingannevoli, se non vere e proprie menzogne. Vittime della multiforme Ragion di Stato sono i diritti umani, la responsabilità, la mancanza di supervisione nel processo decisionale e, in ultima analisi, la pace. Ormai, lo Stato di Diritto rischia di esser sostituito e sepolto dallo Stato di Polizia.
L’invasione dell’Iraq nel 2003 è certamente il fatto più rappresentativo nella storia recente, che dimostra con assoluta chiarezza come i processi decisionali illegittimi siano prevalsi nel cuore stesso dei Paesi democratici.
Dalla fine del 2002, il Partito Radicale Nonviolento Transnazionale e Transpartito ha condotto una campagna per l’esilio di Saddam Hussein quale unica alternativa alla guerra e per la transizione democratica in Iraq attraverso un governo provvisorio sotto la supervisione dell’ONU. Negli anni immediatamente successivi, gli sforzi si sono concentrati sulla ricerca della verità riguardo le circostanze in cui l’invasione fu decisa e, più di recente, sulla codificazione in sede ONU di un “diritto umano universale alla conoscenza”.
Benché alcuni Paesi forniscano ai cittadini gli strumenti per accedere alle informazioni, ad esempio attraverso i Freedom of Information Acts (FOIA), questa normativa talvolta non risponde alle attese naturali e legittime dei cittadini, rivelandosi inadeguata e non disponibile in molti Paesi. Il diritto di conoscere ciò che i membri di Governo fanno segretamente a nome dei cittadini potrebbe migliorare il rapporto tra eletti ed elettori. Non vogliamo abolire il Segreto di Stato, bensì rivedere e perfezionare i meccanismi di controllo democratico così da contribuire al progresso della democrazia e del diritto nazionale e internazionale, garantendo nello stesso tempo il rispetto effettivo dei diritti umani. L’Organizzazione delle Nazioni Unite costituisce il primo obiettivo istituzionale in cui proseguire e rafforzare l’iniziativa e l'adozione di una risoluzione o dichiarazione politica presso di essa potrebbe rappresentare il primo passo verso la codificazione del diritto alla conoscenza.
La Prima Conferenza Internazionale si è tenuta lo scorso febbraio 2014 presso il Parlamento e la Commissione Europea a Bruxelles e ha permesso di gettare le basi per ulteriori attività di ricerca, più chiare e risolute. L'incontro ha avuto un carattere prevalentemente accademico, di ricerca culturale e scientifica: accademici, politici, diplomatici e osservatori hanno discusso le possibili vie d'uscita dallo “Stato di eccezione” permanente ed hanno analizzato la relazione tra il potere di fatto delle “democrazie reali” e il sistema di legge positivista esistente, basato sui Trattati e le Convenzioni ONU per i Diritti Umani. Gli Atti del Convegno di febbraio 2014 sono stati pubblicati in inglese, italiano e francese e sono stati presentati in tre luoghi simbolo: il 18 settembre presso il Consiglio dei Diritti Umani delle Nazioni Unite a Ginevra, il 22 ottobre presso la Camera dei Comuni a Londra, il 4 dicembre presso la Camera dei Deputati a Roma. Una quarta presentazione è in programma il 19 gennaio presso l'Istituto di Studi Filosofici a Napoli.
Gli Organizzatori
Il Partito Radicale Nonviolento Transnazionale e Transpartito (PRNTT) è una organizzazione politica - con Status Consultivo Generale presso il Consiglio Economico e Sociale delle Nazioni Unite (ECOSOC) – che promuove l'applicazione e il rispetto dei diritti umani e dello Stato di diritto, incoraggiando i suoi membri a perseguire azioni nonviolente per indurre le istituzioni nazionali e internazionali a rispettare le proprie leggi seguendo princìpi democratici. Il Partito Radicale, in quanto tale, non partecipa alle elezioni nazionali, regionali o locali. Membri del PRNTT sono Marco Pannella, Emma Bonino, il leader dell'opposizione cambogiana Sam Rainsy, leader della minoranza uigura Rebiya Kadeer, il ministro degli Interni tibetano Dolma Gyari, e George Soros.
Non c'è Pace Senza Giustizia (NPSG) è un'organizzazione internazionale fondata da Emma Bonino e nata da una campagna nel 1993 del Partito Radicale per la creazione della Corte Penale Internazionale. NPSG lavora per la tutela e la promozione dei diritti umani, della democrazia, dello Stato di diritto e della giustizia internazionale. Le sue attività si svolgono secondo tre linee e programmi tematici: giustizia penale internazionale, mutilazioni genitali femminili, democrazia in Medio Oriente e Nord Africa. NPSG è un membro costitutivo del PRNTT.
Nessuno Tocchi Caino (NTC) è un'organizzazione con sede in Italia e in Belgio, fondata nel 1994, che conduce una campagna per l'abolizione della pena di morte in tutto il mondo attraverso la promozione della moratoria universale ONU delle esecuzioni capitali. NTC è un membro costitutivo del PRNTT.
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