Pena di Morte: parte la campagna per salvare Anthony Farina di origini italiane. Domani conferenza stampa alle ore 15
04/10/2012 - 15:00
Intervengono tra gli altri Sergio D'Elia e Mario Marazziti
Domani, 4 ottobre, alle ore 15, si terrà a Roma presso la sede del Partito Radicale (via di Torre Argentina, 76) una conferenza stampa di presentazione del caso di Anthony Farina, detenuto nel braccio della morte della Florida dove ha trascorso 20 dei suoi 38 anni di vita in base a una condanna per omicidio.
Nel corso della conferenza, Nessuno tocchi Caino, la Comunità di
Sant’Egidio, l’associazione umanitaria britannica “Reprieve” e la
Northwestern University dell’Illinois lanceranno la campagna
internazionale per salvare la vita ad Anthony Farina, la cui famiglia è originaria di Santo Stefano di Camastra, piccolo paese costiero in provincia di Messina.
La conferenza stampa sarà tenuta dal Segretario di Nessuno tocchi Caino Sergio D’Elia, dal Portavoce della Comunità di Sant’Egidio Mario Marazziti, dalla ricercatrice di Reprieve Harriet McCulloch e dall’esperta di pena capitale della Northwestern University, Prof. Sandra Babcock.
La conferenza stampa darà conto dell’esito di un incontro previsto
domattina alla Farnesina per fare il punto sull’iter di conferimento della cittadinanza italiana al giovane condannato a morte che renderebbe più incisivo un intervento diretto del governo italiano sulle autorità statunitensi.
Il 9 maggio 1992, Jeffrey e Anthony Farina, due fratelli di 16 e 18 anni, rapinarono l’incasso di un fast-food a Daytona Beach. Durante la rapina Jeffrey sparò a una dipendente, Michelle Van Ness, che morì il giorno dopo in ospedale. Anthony non sparò né ferí nessuno ma fu processato assieme al fratello, ed entrambi furono condannati a morte.
Nel 2000, in considerazione della minore età all’epoca della rapina, la condanna a morte di Jeffrey Farina venne ridotta all’ergastolo con la possibilità di libertà condizionata dopo 25 anni. Anthony, che non ha sparato e che aveva soltanto 18 anni quando è stato arrestato, rimane condannato a morte e presto avrà esaurito ogni possibilità d’appello.
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