II Marcia per l'Amnistia, la Giustizia e la Libertà: 6 aprile conferenza stampa a Potenza c/o il Tourist Hotel
II Marcia per l’Amnistia, la Giustizia e la Libertà
“Interrompere la flagranza di reato contro i diritti umani e la Costituzione”
Potenza - Venerdì, 6 aprile - Ore 11.00
Tourist Hotel - Conferenza stampa
Di Maurizio Bolognetti, Segretario di Radicali Lucani e Direzione Radicali Italiani
Qual è il costo che paghiamo per non aver saputo affrontare negli ultimi 30 anni quella che sempre più va configurandosi come un’autentica bancarotta del sistema giustizia in Italia? Qual è il costo in termini di vite umane, di vite spezzate, di imprenditori rovinati? Quanto costa a questo paese, corrotto dall’assenza di Stato di diritto, democrazia e legalità, la bancarotta della giustizia? Cittadini in attesa di giudizio, irragionevole durata dei processi, condanne per violazione della Convenzione europea dei diritti dell’uomo, suicidi di detenuti e agenti di Polizia penitenziaria, magistrati sommersi da una valanga di procedimenti e l’amnistia strisciante, clandestina e di classe che ha mandato al macero negli ultimi 10 anni due milioni di procedimenti. Può una classe dirigente restare a guardare il liquefarsi dello Stato di diritto senza intervenire, senza farsi carico di trovare una soluzione, di dare una risposta alla richiesta di “giustizia” inevasa?
Può una classe dirigente, degna di questo nome, non prendere atto che questo Stato, il nostro Stato, non rispetta la sua propria legalità? A monte di quello che definiamo “debito ecologico” c’è un “debito” di legalità, una strage di legalità, che per dirla con Marco Pannella si fa strage di popoli. E se in materia di ambiente l’Italia è uno “Stato canaglia”, reiteratamente condannato e richiamato dalle istituzioni europee, ciò è altrettanto vero per quello che concerne l’amministrazione della Giustizia. Affermare che il nostro Stato è ormai un delinquente abituale e professionale, non è affatto eccessivo. Come altro si potrebbe definire uno Stato che continua a violare impunemente il dettato costituzionale e convenzioni internazionali, facendo pagare un costo altissimo al suo popolo? “Prepotente urgenza sul piano costituzionale e civile”, aveva detto a luglio il Presidente Giorgio Napolitano. Ecco, cosa ne è stato di quella “urgenza”? I Vescovi di Basilicata nell’esprimere il loro sostegno hanno parlato di necessaria “riconciliazione”. Vero: occorre “riconciliare” questo paese con il diritto, i diritti e la legalità costituzionale.
Da questo lembo d’Italia continuiamo a rivolgere la nostra attenzione, in cerca di dialogo e di confronto, verso la massima assise regionale e verso il Presidente della Giunta Vito De Filippo. Intendo continuare la mia iniziativa nonviolenta per chiedere al Consiglio regionale di esprimersi sui contenuti della mozione depositata dal consigliere Rocco Vita e sulla quale hanno espresso il loro convinto sostegno Alessandro Singetta e Francesco Mollica. Proveremo ancora una volta ad illustrare le ragioni che ci hanno indotto a convocare la “II Marcia per l’Amnistia, la Giustizia e la libertà”; proveremo ad illustrare le cifre, i numeri di un disastro; proveremo a parlare della questione giustizia e del suo putrido percolato carcerario. Proveremo, perché no, a dar voce alle ragioni di coloro che hanno inteso manifestare il loro sostegno, tra i quali, lo ricordo, registriamo Don Marcello Cozzi, Emilio Nicola Buccico, Vincenzo Montagna, consiglieri regionali, sindaci e giornalisti. Proveremo a dar voce a chi come Marco Pannella è consapevole che occorre “interrompere la flagranza di reato contro i diritti umani e la Costituzione”. Il premio Nobel Gunnar Myrdal affermava che quando la violazione della legalità da fenomeno marginale diventa l’ “in sé” del sistema, la struttura dello Stato di diritto ne resta sconvolta. Tutti noi dovremmo interrogarci su quale sia “l’in sé” del sistema Italia.
SU