Convegno "Vittorini, 50 anni dopo"

09/04/2016 - 08:30

VITTORINI

50 anni dopo (1966-2016)

Convegno di Studi

Istituto di istruzione O.M Corbino, viale Regina Margherita 16, Siracusa

 

Ore 8.30: Apertura Convegno

Saluto del dirigente dell'istituto "O.M Corbino - T. Gargallo", Prof.ssa Carmela Fronte

Intervento del Presidente della Consulta Provinciale degli Studenti, Chiara Di Guardo

 

Ore 8.45: Inizio dei lavori

Vittorini e la sua laicità - Corrado Piccione

L'America di Vittorini - Enzo Pennone

La prospettiva letteraria di Vittorini: da Heminguey e Faulkner a Popeye e Murasaki - Annalisa Stancanelli

Conversazione in Sicilia: il romanzo e l'immagine - Francesco Ortisi

Un letterato in politica - Maria Lucia Roccioli

 

Moderatore: Maria Lucia Roccioli
Lettore: Davide Sbrogiò

 

Cinquant’anni fa, il 12 Febbraio 1966, muore a Milano Elio Vittorini.

Era nato a Siracusa il 23 Luglio del 1908 in una comune abitazione della Mastrarua, in quella città “dove la storia ti perseguita ad ogni angolo”, come egli scriverà più tardi.

All’età di 16 anni aveva interrotto il suo rapporto con la terra natìa per volare in settentrione alla ricerca di una nuova vita. Si era fermato a Firenze, nel 1930, per lavorare come segretario di redazione di “Solaria” e come correttore di bozze alla “Nazione”, ma nel 1938 aveva deciso di lasciarla, “la faziosa Firenze”, per raggiungere, con un incarico editoriale presso Bompiani, la “più tranquilla” Milano, dove vivrà fino al termine dei suoi giorni.

Come scrisse Hemingway nella sua presentazione di “In Sicily”, titolo scelto dall’editore Laughlin per “Conversazione in Sicilia”, che segnava l’esordio ufficiale di Vittorini nel panorama letterario americano, Vittorini è stato uno dei migliori scrittori contemporanei in Italia.

Un letterato in politica…

Vittorini, pervenuto tra le file radicali al principio degli anni ’60 insieme a Foà Jannuzzi Rodotà e Cederna, fu primo Presidente del Partito Radicale della rifondazione, dopo l’estate del 1962 ricostruito a seguito dell’uscita di Mario Pannunzio e degli altri amici del Mondo.

Libertà della cultura o cultura di regime? (1)

 

Già diversi anni prima Vittorini, comunista dopo un iniziale approccio al fascismo abortito presto, era entrato in forte polemica con Togliatti e Alicata sul rapporto tra letteratura e politica, polemica che era sfociata nella definitiva separazione a seguito delle osservazioni di Vittorini sul Politecnico, tra le quali quella per cui “compito dell’intellettuale non è quello di suonare il piffero per la rivoluzione dando una vesta poetica alla politica, ma quello di raccogliere tutti gli stimoli culturali che la società offre, per rinnovarla dal profondo”.

Le motivazioni invece della scelta di Vittorini di aderire al Partito Radicale, furono invece efficacemente descritte da lui stesso in un passo di una lettera inviata a Raul Lunardi, amico e scrittore di Chieti:

“… non so ridurre in concetti le ragioni per cui ho aderito al Partito Radicale. Potrei dire così: che è stato perché mi sembra l’unico partito che tenta di salvare, di noi uomini, il cuore e l’intelletto. Nella libertà, bene inteso, di dare maggiore parte al cuore o all’intelletto quando sia necessario. E un’altra impressione che ho è che, stando in questo partito di sinistra, si abbia (come non succede altrove) sempre la possibilità di puntare ancor più a sinistra (insomma di andare con la propria attività e la propria ideologia continuamente oltre la propria posizione di scelta politica)”. (2)

Nel cinquantenario della scomparsa è doveroso ricordare quest’uomo dalla intensissima vita letteraria, sociale e politica.

 

Vincenzo Pennone

(Alexandria/P.R.N.T.T.)

 

 

  1. Gianfranco Spadaccia

  2. Walter Vecellio

 

 

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