Le due immigrazioni

La prima considerazione è che per il sistema dell'informazione è notiziabile un'azione che preveda il ricorso all'uso della violenza o comunque la violazione di legge. Non sono invece degne di menzioni azioni non - violente oppure sono ridotte, al massimo, a fatto di colore. A questa degenerazione mediatica consegue che sia sotto gli occhi di qualsiasi individuo o gruppo che porti avanti un'istanza o un'idea -la più giusta o sbagliata che sia- quale sia il metodo più conveniente per dare risalto alla stessa.
Un secondo tipo di riflessione più focalizzata sull'immigrazione è che l'informazione su tale tematica tende a passare sui grandi organi di informazione solo qualora si verifichino disagi per la popolazione italiana; a conferma di ciò la diversa eco avuta dall'episodio di ieri a fronte di quelli verificatisi alcuni giorni addietro. Si parla degli immigrati perché una loro azione ha bloccato per alcune ore i voli in un aeroporto mentre, finché si limitavano ad incendiare materassi o cuscini all'interno della loro prigione, la notizia non sussisteva o comunque era ‘da trafiletto'.
Una terza considerazione è che, fatta eccezione per la solita polemica tra maggioranza e opposizione cui ogni notizia offre lo spunto, delle cause di tale protesta non si parla. Sono sempre più rari i casi di giornalismo di inchiesta come potrebbe essere un focus sulla situazione di questi centri così come modificati dall'intervento dell'attuale Governo e sempre più rare le prese di posizione scomode. Lo straniero è considerato, soprattutto nell'attuale contesto di crisi economica, come un rivale per il posto di lavoro o per ottenere l'iscrizione dei figli all'asilo e questo ha determinato, in primo luogo, l'incredibile incremento di voti e consensi nei sondaggi della Lega Nord negli ultimi due anni. Eppure basterebbe snocciolare alcune cifre per dimostrare che gli immigrati offrono un contributo al Prodotto interno lordo ben superiore a quello che si otterrebbe facendo un semplice calcolo della loro percentuale numerica o ai servizi di cui usufruiscono; e questo avviene semplicemente perché, nell'ambito di un Paese che invecchia velocemente, chi migra lo fa nella stragrande maggioranza dei casi da giovane e quindi in età lavorativa e in una fase della vita in cui ha una minor necessità di cure mediche, assistenza e medicinali rispetto all'italiano medio.
Due cose dovrebbero essere chiare: la prima è che, al di la dei proclami e della facile ricerca di consenso fondata sulla pancia e non sulla testa degli elettori, i flussi migratori spinti dalla ricerca di soddisfacimento di bisogni primari e istinto di sopravvivenza sono sempre esistiti e sempre esisteranno nel pianeta. L'immigrazione può (e deve) essere regolamentata, ma non può essere cancellata. La seconda è che il potere politico compie una scelta ingiusta ad usare il pugno di ferro nei rimpatri degli stranieri presenti nel territorio nazionale a causa di una fase economica congiunturale che vede temporaneamente disoccupati individui che si sono rivelati per anni o lustri onesti cittadini e ottimi contribuenti fiscali. Se analogo criterio valesse per i cittadini italiani, infatti, dovrebbero essere espulsi a milioni, specie tra i più giovani.
Raffaele Ferraro
Segretario Ass.VenetoRadicale
Membro Comitato Nazionale Radicali Italiani
Segretario Ass.VenetoRadicale
Membro Comitato Nazionale Radicali Italiani
Fonte: http://venetoradicale.ilcannocchiale.it/post/2550573.html
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