Le due immigrazioni

Abbiamo appreso dall'informazione di tutti i telegiornali e quotidiani di una rivolta degli immigrati ospitati - detenuti nel Cpa-Cie di Elmas (Cagliari) avvenuta ieri. Gli stranieri hanno preso il controllo della struttura provocando alla stessa dei danni ingenti. Alcuni di essi sono poi riusciti a fuggire nella vicina pista dell'aeroporto Mameli che è stato chiuso, a seguito dell'accaduto, per alcune ore con conseguente cancellazione e slittamento di alcuni voli. Quattro italiani che all'interno dell'area hanno esposto uno striscione e distribuito volantini solidarizzando con gli immigrati hanno rischiato il linciaggio da parte dei viaggiatori e sono stati salvati dall'intervento delle forze dell'ordine. E' stato poi necessario un blitz in grande stile con lancio di lacrimogeni per riprendere il controllo della struttura. Questo episodio, che segue altre due rivolte nel medesimo centro avvenute negli ultimi 20 giorni e complessivamente costituisce il sesto episodio dal momento dell'apertura dello stesso nel 2008, offre innanzitutto lo spunto per alcune riflessioni sul comportamento dei media.
La prima considerazione è che per il sistema dell'informazione è notiziabile un'azione che preveda il ricorso all'uso della violenza o comunque la violazione di legge. Non sono invece degne di menzioni azioni non - violente oppure sono ridotte, al massimo, a fatto di colore. A questa degenerazione mediatica consegue che sia sotto gli occhi di qualsiasi individuo o gruppo che porti avanti un'istanza o un'idea -la più giusta o sbagliata che sia- quale sia il metodo più conveniente per dare risalto alla stessa.
Un secondo tipo di riflessione più focalizzata sull'immigrazione è che l'informazione su tale tematica tende a passare sui grandi organi di informazione solo qualora si verifichino disagi per la popolazione italiana; a conferma di ciò la diversa eco avuta dall'episodio di ieri a fronte di quelli verificatisi alcuni giorni addietro. Si parla degli immigrati perché una loro azione ha bloccato per alcune ore i voli in un aeroporto mentre, finché si limitavano ad incendiare materassi o cuscini all'interno della loro prigione, la notizia non sussisteva o comunque era ‘da trafiletto'.
Una terza considerazione è che, fatta eccezione per la solita polemica tra maggioranza e opposizione cui ogni notizia offre lo spunto, delle cause di tale protesta non si parla. Sono sempre più rari i casi di giornalismo di inchiesta come potrebbe essere un focus sulla situazione di questi centri così come modificati dall'intervento dell'attuale Governo e sempre più rare le prese di posizione scomode. Lo straniero è considerato, soprattutto nell'attuale contesto di crisi economica, come un rivale per il posto di lavoro o per ottenere l'iscrizione dei figli all'asilo e questo ha determinato, in primo luogo, l'incredibile incremento di voti e consensi nei sondaggi della Lega Nord negli ultimi due anni. Eppure basterebbe snocciolare alcune cifre per dimostrare che gli immigrati offrono un contributo al Prodotto interno lordo ben superiore a quello che si otterrebbe facendo un semplice calcolo della loro percentuale numerica o ai servizi di cui usufruiscono; e questo avviene semplicemente perché, nell'ambito di un Paese che invecchia velocemente, chi migra lo fa nella stragrande maggioranza dei casi da giovane e quindi in età lavorativa e in una fase della vita in cui ha una minor necessità di cure mediche, assistenza e medicinali rispetto all'italiano medio.
Due cose dovrebbero essere chiare: la prima è che, al di la dei proclami e della facile ricerca di consenso fondata sulla pancia e non sulla testa degli elettori, i flussi migratori spinti dalla ricerca di soddisfacimento di bisogni primari e istinto di sopravvivenza sono sempre esistiti e sempre esisteranno nel pianeta. L'immigrazione può (e deve) essere regolamentata, ma non può essere cancellata. La seconda è che il potere politico compie una scelta ingiusta ad usare il pugno di ferro nei rimpatri degli stranieri presenti nel territorio nazionale a causa di una fase economica congiunturale che vede temporaneamente disoccupati individui che si sono rivelati per anni o lustri onesti cittadini e ottimi contribuenti fiscali. Se analogo criterio valesse per i cittadini italiani, infatti, dovrebbero essere espulsi a milioni, specie tra i più giovani.

Raffaele Ferraro
Segretario Ass.VenetoRadicale
Membro Comitato Nazionale Radicali Italiani

Fonte: http://venetoradicale.ilcannocchiale.it/post/2550573.html

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