Disubbidienza civile contro le tariffe minime degli avvocati
di Leonardo Facco
“Cari amici avvocati, di fronte a alla legge illiberale votata da questi falsi liberali al governo, perché non facciamo un'azione di disubbidienza civile insieme, sull'onda di quella del sostituto d'imposta? Qui, fra l'altro, non avremo sicuramente l'opposizione della sinistra e dei sindacati. Pensateci, libertari non solo a parole ma con dei fatti”.
Giorgio Fidenato, ha lasciato il commento di cui sopra all’articolo scritto da Matteo Corsini, riguardante l’ignobile norma che prevede la reintroduzione delle tariffe minime per gli avvocati, tra gli altri.
L’affermazione di Giorgio mi dà lo spunto per concretizzare, ancora una volta, il rigore delle nostre idee (libero mercato per beni e servizi) in azioni (disubbidienza civile nei confronti di una norma che sarà anche legale, ma non ha nulla di legittimo). Come stiamo facendo per “il sostituto d’imposta” e anche per “la semina di mais ogm” – dove a fronte di una legislazione liberticida abbiamo messo in gioco il Movimento Libertario e noi stessi – ora ci si presenta un’altra occasione per non rispettare questa ennesima forma di coercizione, arbitrariamente approvata dalla casta.
Per farla breve, cerchiamo un avvocato che abbia voglia di prestare un servizio al Movimento Libertario che costi TOT di minimo tabellare, ma che fatturerà TOT meno qualcosa per fregarsene della legge di cui, come ha ben scritto Corsini: “Se un giovane avvocato, per acquisire clientela, è disposto ad accettare compensi inferiori a quelli di altri professionisti, non vedo perché gli dovrebbe essere impedito. Se il suo lavoro sarà apprezzato dai clienti, la domanda per le sue consulenze aumenterà, e così pure i suoi compensi. Se, viceversa, la qualità delle sue prestazioni professionali sarà inferiore a quella degli altri professionisti, difficilmente le minori tariffe lo renderanno un concorrente temibile, a lungo andare”.
Con l’approvazione del decreto sulle “tariffe minime”, in parole povere, sono stati calpestati, ancora una volta ed in un sol colpo, quei sacrosanti principi incardinati nella nostra idea di libertà individuale: dalla libertà d’intrapresa (di cui l’Italia è ultima nelle classifiche mondiali) alla libera contrattazione fra soggetti diversi, considerati dallo Stato come dei minus habens. Per non dire del fatto che con la reintroduzione di questa norma si ridà ossigeno e legittimazione a quelle consorterie di matrice fascista che sono gli ordini professionali, culo e camicia con l’apparato. Tradotto, anziché aprire il mercato delle professioni, quest’ultimo verrà ulteriormente intrappolato nelle sabbie mobili del leguleismo italo-bizantino.
Vogliamo provare a rimandare al mittente soprusi come quello caldeggiato dal ministro Alfano?
Vogliamo dimostrare – coi fatti – che siamo adulti, vaccinati e capaci di intendere e di volere?
Non credo ci voglia chissà quale coraggio per mettersi in gioco. Non credo sia necessario chissà quale coraggio per intraprendere un’azione che non solo è un dovere morale per ogni liberale coerente, ma soprattutto è una scelta obbligata per chi ha davvero a cuore la libertà tout court. Noi vogliamo farla questa rivoluzione. Contattateci.
Badate bene che il problema non sono gli uomini cattivi, ma il silenzio e la schiavitù volontaria di quelli buoni.
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