Democrazia - Sostengo Pannella

Marco Pannella

Perchè l'Italia «torni a poter essere considerata, in qualche misura, una democrazia»

Non è una crisi di legislatura, è una crisi di regime, dalla quale non si può uscire chiudendosi all’interno dei recinti dei propri partiti e degli equilibri e rapporti partitocratici, sempre più distanti dal sentimento e dalle speranze dell’opinione pubblica. Se ne può uscire avendo il coraggio di aprire un dibattito a tutto campo, che coinvolga l’intero Paese, sull’assenza di democrazia, la sistematica e consapevole violazione da parte delle istituzioni della loro stessa legalità costitutiva, sul soffocamento da parte dei detentori del potere politico dei principi e delle garanzie dello Stato di diritto.

Emblematico del patente stato di illegalità anti-democratica in cui si trova l’intera Repubblica italiana è il caso della giustizia e delle carceri, oggetto di una dura lotta nonviolenta che, accanto a Marco Pannella, Rita Bernardini e Irene Testa, ha visto impegnati e coinvolti oltre 19.000 cittadini che stanno partecipando allo sciopero della fame (Scopri i primi nomi inseriti)

Insieme ai militanti radicali e associazioni come Antigone e Ristretti Orizzonti, oltre 15 mila detenuti, 4 mila loro familiari (Guarda dove) e decine di agenti, psicologi penitenziari, educatori, direttori di carcere, avvocati dell’Unione camere penali, esponenti di sindacati di polizia e volontari.

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Per i digiunanti: lo sciopero della fame consiste - nella prassi radicale - nell'assunzione di tre cappuccini o tre spremute d'arancia al giorno a sostituzione dei pasti (si consiglia di bere acqua in quantità).
Preghiamo tutti di non intraprendere assolutamente lo sciopero della sete, che ha rischi elevatissimi.
Se si assumono farmaci si consiglia di consultare il proprio medico prima di iniziare il digiuno.

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