Cota non può continuare a fare l'indiano. È favorevole o no a una centrale nucleare in Piemonte?
Mercedes Bresso (Presidente Regione Piemonte) ha aperto i lavori del convegno “La bufala del Nucleare all’italiana… e l’analisi critica del nucleare francese”, organizzato dalla Lista Bonino-Pannella a Torino. Analogo convegno si terrà questo pomeriggio a Fossano (CN), che voci di corridoio hanno indicato come possibile sito del nuovo piano nucleare di Berlusconi. Interventi di: Bernard Laponche (fisico ed economista dell’energia francese, già consulente energetico del Governo francese e del Presidente Francois Mitterand); Elisabetta Zamparutti (deputata radicale/PD in Commissione Ambiente alla Camera); Bruno Mellano, Igor Boni, Giulio Manfredi (capolista Lista Bonino-Pannella).
La Bresso ha ribadito le ragioni alla base della scelta antinucleare: “Tutti sanno che il nucleare tradizionale, quello che Berlusconi vuole imporci, non ha futuro; sono favorevole a continuare la ricerca sul nucleare da fusione, essendo consapevole che non sempre la ricerca porta a dei risultati. Se i fondi che il governo vuole ipotecare sul nucleare fossero dati alle regioni per gli investimenti nell’efficienza energetica e nelle energie rinnovabili, cambieremmo la faccia dell’Italia. E’ un problema anche di “democrazia energetica” contro i monopoli; io sono contraria al monopolio nelle ferrovie, figuratevi rispetto all’energia! L’ipotesi di incidente nucleare è piccola ma statisticamente presente; e un incidente, per esempio, a Trino Vercellese metterebbe in crisi l’intera Pianura Padana. E’ proprio azzeccato il titolo del vostro convegno; a proposito di “bufale nucleari” ricordo cosa successe a Caorso, la più grande centrale nucleare italiana; furono più i mesi di chiusura per guasti che quelli di attività. Per tutte queste ragioni abbiamo fatto ricorso alla Corte Costituzionale contro i provvedimenti del governo”.
Mellano e Boni hanno dichiarato:
Abbiamo voluto dedicare l’ultimo sabato di campagna elettorale alla questione nucleare perché riguarda la vita dei cittadini piemontesi; è altamente probabile che uno dei siti previsti nel programma nucleare di Berlusconi sia in Piemonte. Il governo centrale si è ben guardato dal rendere noti tali siti prima del voto; e il candidato del centro-destra, Roberto Cota, continua a fare l’indiano, anche perché poco incalzato sull’argomento dalla sua avversaria. Ma Cota deve rispondere, prima del termine della campagna elettorale, a questa semplice domanda: è favorevole a una centrale nucleare in Piemonte o si accoda ai suoi colleghi Formigoni, Zaia, Polverini, Polese che hanno dichiarato pubblicamente di non volere centrali nucleari nelle loro regioni?
http://radicalivercelli.blogspot.com
Ieri mattina La Bresso ha ribadito le ragioni alla base della scelta antinucleare: “Tutti sanno che il nucleare tradizionale, quello che Berlusconi vuole imporci, non ha futuro; sono favorevole a continuare la ricerca sul nucleare da fusione, essendo consapevole che non sempre la ricerca porta a dei risultati. Se i fondi che il governo vuole ipotecare sul nucleare fossero dati alle regioni per gli investimenti nell’efficienza energetica e nelle energie rinnovabili, cambieremmo la faccia dell’Italia. E’ un problema anche di “democrazia energetica” contro i monopoli; io sono contraria al monopolio nelle ferrovie, figuratevi rispetto all’energia! L’ipotesi di incidente nucleare è piccola ma statisticamente presente; e un incidente, per esempio, a Trino Vercellese metterebbe in crisi l’intera Pianura Padana. E’ proprio azzeccato il titolo del vostro convegno; a proposito di “bufale nucleari” ricordo cosa successe a Caorso, la più grande centrale nucleare italiana; furono più i mesi di chiusura per guasti che quelli di attività. Per tutte queste ragioni abbiamo fatto ricorso alla Corte Costituzionale contro i provvedimenti del governo”.
Mellano e Boni hanno dichiarato:
Abbiamo voluto dedicare l’ultimo sabato di campagna elettorale alla questione nucleare perché riguarda la vita dei cittadini piemontesi; è altamente probabile che uno dei siti previsti nel programma nucleare di Berlusconi sia in Piemonte. Il governo centrale si è ben guardato dal rendere noti tali siti prima del voto; e il candidato del centro-destra, Roberto Cota, continua a fare l’indiano, anche perché poco incalzato sull’argomento dalla sua avversaria. Ma Cota deve rispondere, prima del termine della campagna elettorale, a questa semplice domanda: è favorevole a una centrale nucleare in Piemonte o si accoda ai suoi colleghi Formigoni, Zaia, Polverini, Polese che hanno dichiarato pubblicamente di non volere centrali nucleari nelle loro regioni?
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Fonte: http://radicalivercelli.blogspot.com/2010/03/cota-non-puo-continuare-fare-lindiano-e.html