UE in crisi: Pagano, manca la lingua federale

Lingua europea

“Difficilmente i popoli possono unirsi senza avere una lingua in comune, e ora i nodi stanno venendo al pettine”, dichiara Giorgio Pagano, Segretario dell’Associazione Radicale Esperanto.

“Autorevoli quotidiani confermano che sta avvenendo ciò che noi ci aspettavamo da diverso tempo: la progressiva disgregazione e perdita di centralità dell’Unione Europea.
Se effettivamente, come purtroppo le previsioni degli analisti sembrano annunciare, la politica dei governi si muove in direzione di un esautoramento sempre maggiore di Bruxelles e dei poteri comunitari, non si potrà più parlare di processo di unificazione verso gli Stati Uniti d’Europa, ma di semplici accordi tra Stati sulla base di un conio comune”, prosegue Pagano.
“In questo cammino negativo non può non aver pesato la mancanza di una lingua federale comunitaria che garantisse pari dignità culturale ed economica ai membri dell’UE e al tempo stesso facesse da collante tra i Paesi; al contrario, abbiamo visto una dominazione coloniale sempre più ferrea dell’inglese e una graduale imposizione del trilinguismo anglo-franco-tedesco (guarda caso le lingue del Nord), che non fa che inasprire l’opinione pubblica che vede l'Europa come déjà vu italiano del divario Nord/Sud, ed alzare muri fra popoli diversi anziché abbatterne.
Per questo come democratici e federalisti dobbiamo dare priorità all'adozione dell’Esperanto come lingua comunitaria, come ipotizzava Eco già nel 1993, e promuoverne la sperimentazione nei più ampi contesti, certi che l’Europa federale, senza l'esclusione di nessuno e senza rinnovate barriere tra Nord e Sud, divenga finalmente qualcosa di più di un semplice organismo che veda discussioni fra premier di Paesi indipendenti con la moneta in comune prima ancora delle parole”.

Dichiarazione Giorgio Pagano – Radicali/Era

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