Torino, Mellano e Boni: inaccettabile intervento del sindaco Chiamparino su via Tortora

In seguito all’intervento di Sergio Chiamparino che chiede di riconsiderrare la decisione della commissione toponomastica del Comune di intitolare il tratto di via Pianezza che conduce al Carcere Lorusso-Cutugno di Torino a Enzo Tortora (già Presidente del Partito Radicale), Bruno Mellano e Igor Boni (Candidati capilista della Lista Bonino-Pannella alle regionali) hanno rilasciato la seguente dichiarazione:

 

“Davvero sorprendente ed inopportuno l’intervento a gamba tesa del Sindaco di Torino circa la decisione della Commissione toponomastica su via Enzo Tortora.

 

Sorprendente perché sono ormai oltre 20 anni (per l'esattezza 22 anni, da quel 18 maggio 1988 in cui Enzo morì) che proponiamo, sollecitiamo, chiediamo l'intitolazione di quel tratto di via Pianezza che porta al carcere al giornalista televisivo di successo che seppe trasformare la personale battaglia, volta a dimostrare la propria estraneità dai fatti contestatigli, in lotta per la riforma della giustizia nel nostro Paese. Non "Caso Tortora", ma "Caso Italia" diceva e ripeteva Enzo.

 

Ai Sindaci, ai Presidenti del Consiglio, a ciascuno dei consiglieri comunali e a ciascun capigruppo che si sono succeduti in questi lunghi anni abbiamo parlato, telefonato, scritto lettere di richiesta e di spiegazione articolata della proposta, numerose e numerose volte. Sorprendente per gli incontri diretti ed ufficiali che abbiamo avuto sul tema con i massimi esponenti del Consiglio comunale e con molti capigruppo anche in questa consiliatura, con il Sindaco stesso.

 

Ma più ancora sorprendente appare il fatto - per come emerge dalle cronache giornalistiche - che pare non si comprenda per nulla l’alto significato di questa scelta: noi abbiamo volutamente proposto di dedicare la via che conduce al carcere a chi ha lottato per la giustizia giusta e che, consapevole di essere innocente, si è dimesso da Parlamentare europeo radicale per andare in galera, scegliendo di difendersi nel processo e non dal processo, onorando fino in fondo una sentezza indegna, prima che errata, ma emessa in nome del Popolo italiano.

 

Nessuna provocazione o questione di buon gusto, caro Chiamparino, ma scelta chiara di riconoscimento del senso civico di un comportamento che deve essere portato ad esempio alle generazioni future: un comportamento non proprio frequente di questi tempi dove le carceri sono strapiene di poveracci e chi ha soldi scappa dalle maglie della giustizia grazie alla prescrizione dei reati.

 

La nostra proposta di intitolazione - a cui eravamo e siamo convintamente legati - non era certo prendere o lasciare (anche questo l’abbiamo ribadito molte volte), ma ora tornare indietro dalla decisione assunta e comunicata a mezzo stampa sarebbe un ulteriore sfregio che la memoria di Tortora non merita di certo.

 

Invitiamo, quindi, l'Amministrazione comunale di Torino ed il Sindaco a non attendere un giorno in più per completare l'iter di approvazione per l’intitolazione di via Enzo Tortora, chiudendo così una vicenda troppo a lungo trascinata”.
 

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