Torino: Domani una delegazione radicale incontrerà l'assessore regionale alla sanità
2. Prevedere per le strutture assistenziali residenziali standard migliorativi in coerenza sia con l'ICF (sistema di classificazione della disabilità e della salute) sia con le indicazioni, in termini di inclusione e diritti delle persone con disabilità, introdotte dalla recente Convenzione ONU, con particolare riferimento sia alla capienza massima delle strutture residenziali che alla loro collocazione territoriale, entrambi aspetti fondamentali per riconoscere il diritto all'inclusione, alla salute ed alla promozione umana e sociale delle persone con disabilità.
3. Ampliare il diritto all'esigibilità di ausili per persone con disabilità anche finalizzati all'inserimento lavorativo (ad es. videoingranditori sul posto di lavoro, oltre che a domicilio, per disabili visivi).
4. La definizione e l'applicazione di uno strumento tecnico di valutazione multidimensionale per le persone con disabilità omogeneo su tutto il territorio regionale, per valutare in modo aggiornato, secondo le indicazioni dell'Organizzazione Mondiale della Sanità che ha introdotto l’ICF, il livello di disabilità che riguarda una persona, superando standard ormai insufficienti. E' necessario, infatti, promuovere la centralità della persona con disabilità ed il suo coinvolgimento nelle scelte che la riguardano, soprattutto a partire da una valutazione capace di evidenziare risorse e potenzialità e che permetta di valutare l'interazione tra persona e contesto di vita. Ad esempio, la Regione Veneto ha disposto che dal 1° gennaio 2010 le Aziende sanitarie locali utilizzino la SVaMDI (scheda valutazione multidimensionale disabili) per la presa in carico personalizzata da parte dei servizi sociali delle persone con disabilità in età adulta.
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