- Dichiarazione di Michele Bortoluzzi, della Direzione Nazionale di Radicali Italiani
Il vilipendio reiterato di un'Istituzione importante come la Corte Europea per i Diritti deve cessare immediatamente, e soprattutto le istituzioni locali e nazionali debbono aderire alla sentenza pronunciata, utilizzando se credono tutte le fattispecie possibili contemplate dalle Leggi e dai Regolamenti, ivi compresi i ricorsi, ma senza continuare ad incendiare il dibattito, svilendo il ruolo della Corte stessa. Le sentenze non si commentano, si applicano e facendo intendere che - a seconda di come le si valuti - si possono apllicare o meno si spalanca la porta ad iniziative di non rispetto della Legge e della Giustizia anche nel nostro Paese. Il dibattito sul crocefisso sembra montato ad arte per arrivare alla conclusione per cui "se una sentenza non piace o e' giudicata male dal "popolo" allora non va applicata, scudandosi da essa.
Bortoluzzi lancia inoltre un allarme per la sicurezza del proponente il ricorso:
"Abbiamo percepito, tra le righe di alcuni interenti televisivi e non, la minaccia velata, l'insulto manifesto, lo scherno nei confronti dei ragazzo che ha - utilizzando i valori democratici e la legalita' - avuto il coraggio di proporre ricorso. Vorremmo assicurarci e rassicurare che le forze dell'ordine, in questi giorni di "calor bianco" vogliano assicurare adeguata attenzione e protezione, ancha da violenze verbali, il ragazzo che ha proposto ricorso e lo ha vinto, con il sostegno di una delle piu' importanti istituzioni europee. La chiave di lettura, infatti, che rende perisolosa questa vicenda e' qualle che alcuni esponenti, in particolare della Lega e dell'integralismo cattolico, hanno voluto offrire alla pubblica opinione: levando il crocefisso vogliono levarci la liberta' di essere cristiani. Davanti a queste mistificazioni, a queste forzature semantiche c'è sempre qualche esagitato che si immedesima in novello Torquemada."
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