Scontri a Roma. Bernardini: per fortuna in Italia non vige il codice Alemanno

Alemanno
Il sindaco Alemanno, indossando la toga di Giudice, sentenzia ormai su tutto. La pronuncia odierna riguarda gli scontri svoltisi a Roma in occasione della manifestazione degli studenti: per il primo cittadino della capitale i Giudici non avrebbero dovuto rimettere in libertà gli indagati, ma tenerli in carcere in modo da dare il “giusto segnale” alla collettività. Al contrario di Alemanno, avevo invece sottolineato con favore la decisione della Questura di Roma di non far transitare i ragazzi dalle carceri romane, ma di trattenerli - in attersa dell'udienza di convalida - presso le camere di sicurezza del Commissariato di Polizia.
Purtroppo, anche in questa circostanza, il Sindaco ha emesso la sua “sentenza” dal Campidoglio senza nulla sapere – come noi – dei processi in corso, senza aver letto una carta o un rigo di motivazione, ma questa è ormai la moda. Per lui tutte le persone indagate per gli scontri dell’altra sera meritano il carcere, senza distinzione alcuna, senza bisogno di star lì a perder tempo nella verifica delle singole responsabilità e delle singole posizioni processuali. L’unica cosa che conta è dare il “giusto segnale”. Speriamo solo ci sia qualcuno che abbia finalmente voglia e forza di spiegare al sindaco di Roma che, secondo Costituzione, la Giustizia si amministra “in nome del popolo” e non “a furor di popolo”.

Dichiarazione di Rita Bernardini, deputata radicale, membro della Commissione Giustizia della Camera dei Deputati

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