Russia, Mecacci: Presentata interrogazione deputati Radicali su appello a leader europei di dissidenti e opposizione Russa

 

·         Dichiarazione di Matteo Mecacci, Deputato Radicale e Relatore OSCE su Democrazia, Diritti Umani e Questioni Umanitarie.

 
Nella giornata di oggi i Deputati Radicali hanno presentato un’interrogazione urgente al Ministro degli Esteri sulle relazioni dell’Italia con la Federazione Russa e sull’iniziativa degli esponenti della società civile, intellettuali e oppositori russi che si sono rivolti ai leader europei, e in particolare al nostro paese, sul rafforzamento dei rapporti politici ed economici con la Russia, nonostante le sempre più gravi limitazioni alla libertà di stampa in quel paese.
 
In particolare, il Deputato radicale Matteo Mecacci, ha dichiarato:
”L’appello pubblicato da autorevoli – e purtroppo sempre più isolati - esponenti dell’opposizione russa ai leader europei sui rapporti e il sostegno al Governo di Vladimir Putin non può essere ignorato da un Governo come il nostro che ha fatto dei buoni rapporti con la Russia un caposaldo della sua politica estera. Infatti, nonostante le incessanti e sempre più stringenti violazioni della libertà di stampa e della stessa sicurezza fisica dei giornalisti – nel 2009 sono stati più di una decina i giornalisti, militanti dei diritti umani, e oppositori politici che sono stati assassinati in Russia..
 
l’Italia, insieme a Francia e Germania, non solo tace di fronte a questa realtà, ma si fa parte promotrice di accordi e intese che contrastano con alcuni cardini dello stato di diritto, e anche con gli obiettivi dell’Alleanza Atlantica di cui facciamo parte. Chiediamo quindi al Ministro Frattini di non ignorare la denuncia di personaggi russi di grande caratura morale e intellettuale come Elena Bonner – Sakharov, Vladimir Boukovsky, Leonid Plyushch e di informare in modo adeguato il Parlamento sul futuro delle relazioni con la Federazione Russa”.
 
Di seguito il testo completo dell’interrogazione:
Interrogazione a risposta orale in commissione al Ministero degli Esteri dei deputati radicali a prima firma di MATTEO MECACCI, Marco Beltrandi, Rita Bernardini, Maria Antonietta Farina Coscioni, Murizio Turco, Elisabetta Zamparutti;
Premesso che;
lo scorso 19 febbraio un gruppo di autorevoli intellettuali, ex prigionieri politici ed esponenti dell’opposizione russa hanno sottoscritto un appello di denuncia dal titolo “Gli Amici Europei di Valdimir Putin”, che è stato ripreso dai giornali della stampa internazionale tra i quali La Repubblica, e Le Monde;
in tale testo si dichiara che nel corso del 2009 sono stati più di una decina i giornalisti, militanti dei diritti umani, e oppositori politici che sono stati assassinati in Russia mentre sono in corso limitazioni sempre più dure delle loro libertà;
i firmatari dell’appello sono: Elena Bonner-Sakharov; Konstantin Borovoi (presidente del Partito della Libertà economica); Vladimir Boukovsky (saggista, ex prigioniero politico del Gulag); Natalia Gorbanevskaia (poetessa, ex prigioniera politica del Gulag); Andrei Ilarionov (ex consigliere di Vladimir Putin); Garry Kasparov (leader del Fronte United Citizens); Sergej Kovalev (dirigente di Memorial, Associazione russa per la difesa dei diritti umani, ex prigioniero politico del Gulag); Andrei Mironov (ex prigioniero politico del Gulag); Andrei Nekrasov (regista cinematografi-co); Valeria Novodvorskaya (leader di Democratic Unity of Russia); Oleg Panfilov (presentatore tv, presidente dell'Associazione dei giornalisti in situazioni estreme); Grigory Pasko (giornalista, militante ecologista, ex detenuto politico in Russia); Leonid Plyushch (saggista, ex prigioniero politico del Gulag); Alexander Podrabinek (giornalista, ex prigioniero politico del Gulag); Zoia Svetova (giornalista); Mairbek Vatchagaev (storico ceceno); Tatiana Yankelevitch (archivista, Harvard); Lydia Youssoupova (avvocato, insignita dei premi Rafto e Martin Ennals "per il suo eccezionale coraggio", nominata per il Nobel per la pace nel 2007);
nel suddetto appello si rendono note le seguenti notizie riguardanti le violazioni dei diritti umani in Russia:
1) lo scorso 31 gennaio, la polizia ha arrestato decine di cittadini colpevoli solo di essersi riuniti pacificamente a sostegno della libertà di riunione, e che chiedevano al governo di rispettare l'articolo 31 della Costituzione russa, che sancisce il diritto di "radunarsi pacificamente e di indire convegni, manifestazioni, marce e picchetti". La risposta è stata durissima;
2) nella classifica annuale sulla libertà di espressione nel mondo redatta da Reporter senza Frontiere (RSF), la Russia si trova al 141° posto e nel rapporto annuale di Freedom House del 2009 dal titolo “Freedom of the press 2009” rientra già da anni nel gruppo dei paesi privi di libertà di stampa;
3) l'ultima vittima della censura in Russia è il canale televisivo caucasico Prvyi Kavkazsky (Primo Caucasico). Fino a poco tempo fa questa emittente di recente creazione, che trasmette in lingua russa, era liberamente accessibile ai telespettatori dell'area post-sovietica. Ma alla fine di gennaio il Gruppo Eutelsat, con sede a Parigi, ha escluso questo canale dalla sua rete satellitare accessibile agli utenti russi. Ciò a seguito del megacontratto firmato il 15 gennaio 2010 tra l'operatore russo Intersputnik e Eutelsat, in cui si è posta come condizione la fine dei suoi rapporti di partenariato con l'emittente Prvyi Kavkazsky;
Occorre inoltre ricordare due casi di assassinii di giornalisti russi che sono ad oggi rimasti impuniti:
a) quello della giornalista di origine ucraina, Anna Politkovskaja, che ha pagato con la vita – trovata uccisa da 4 colpi di arma da fuoco nell’androne della sua casa moscovita nell’ottobre del 2006 - il fatto di essersi prodigata per ricercare la verità e denunciare le nefandezze della politica nel suo paese con il libro (pubblicato postumo) “Proibito parlare. Cecenia, Beslan, Teatro Dubrovka: le verità scomode della Russia di Putin”;
b) il recente caso (aprile 2009) di Serghiei Protazanov, che lavorava per “Il consenso civile”, un quotidiano d’opposizione di Khimki, alle porte di Mosca e, che è stato aggredito e brutalmente picchiato da sconosciuti, poi deceduto in ospedale probabilmente perché in quel periodo stava lavorandoa un’inchiesta sui presunti brogli nelle elezioni del marzo scorso nella sua città;
i firmatari dell’appello denunciano inoltre che, nonostante questo scenario di mancato rispetto di alcuni diritti fondamentali, i principali leader europei non si limitano solo a tacere di fronte alle limitazioni della libertà di espressione, ma auspicano apertamente più stretti legami con il potere russo, e anche la stessa Nato dichiara l’intenzione di “rafforzare” questi rapporti;
in particolare, la Germania che vanta "relazioni speciali" con questo paese, visto che sta portando avanti imponenti progetti energetici con il monopolista Gazprom;
l’Italia, dove non solo il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi si è recato da poco a Mosca per celebrare il 59° compleanno di Vladimir Putin, ma è di recente – febbraio 2010 - che a Naberezhnye Chelny è stato firmato un accordo ufficiale che prevede la creazione di una joint venture tra Fiat e Sollers per la produzione di 500.000 auto l'anno. Secondo quanto reso noto dal governo russo, l'accordo ha un valore di 2,4 miliardi di dollari e prevede la realizzazione di 9 modelli sulla base delle piattaforme Fiat-Chrysler;
la Francia è impegnata in negoziati con la Russia per la vendita delle modernissime navi da guerra portaelicotteri Mistral, benché i militari russi non abbiano fatto mistero delle loro intenzioni riguardo all'uso che potrebbero farne e che contrasta con gli obiettivi della NATO. Nel settembre scorso l'ammiraglio Vladimir Vysotskyi ha dichiarato trionfalmente: "Con una nave come questa la flotta del Mar Nero avrebbe potuto compiere la sua missione (l'invasione della Georgia) non in 26 ore ma in 40 minuti;
 
Chiede di sapere;
 
quali iniziative intende assumere il Governo italiano, anche in vista degli stretti rapporti politici diplomatici tra l’Italia e la Federazione Russa, nei confronti di un paese che si definisce democratico, ma che invece limita fortemente la libertà di stampa e le attività dei giornalisti russi, e che ne lascia impuniti gli omicidi e le violenze a loro danno.
 
 
 

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