RU486, Viale: Il Senato verso conclusioni sconclusionate ed illegittime contro le donne.

Lette le anticipazioni sulle conclusioni proposte dal Presidente della Commissione Sanità del Senato, Silvio Viale ha rilasciato la seguente dichiarazione:

 

“Se le conclusioni anticipate sono corrette mi sembrano sconclusionate e illegittime. Vi erano due questioni: quella della sicurezza del farmaco e quella della compatibilità con la 194. Sulla sicurezza del farmaco prendo atto che non si pretende più di contestare le posizioni del mondo scientifico e dell’AIFA, che imporrebbero atti conseguenti di segnalazione verso l’EMEA e i ministri degli altri Paesi della UE. Sulla compatibilità con la 194, nonostante le audizioni abbiano dimostrato senza dubbi che l’uso della RU486 sia compatibile con la 194, si propone di rimandare la palla al ministero per un’ulteriore valutazione.

La conclusione è strumentale ed ha l’unico scopo dichiarato di bloccare in modo illegittimo la pubblicazione sulla GU della RU486, che è in attesa dal 30 luglio scorso. Infatti, la pubblicazione sulla GU non esautora il ministero da emanare circolari e interpretazioni nel rispetto delle leggi vigenti come ha fatto in questi anni. In alternativa, il ministero può anche proporne modifiche legislative, come può fare pure la Commissione del Senato di sua iniziativa, ma il ministro di turno non può avere un ruolo di giudice sulle leggi vigenti e sull’autonomia scientifica dell’AIFA.

Del resto appare come un ridicolo segno di debolezza che il sottosegretario Roccella citi il rappresentante dell’EMEA come un esperto nelle procedure amministrative italiane, come è uno stupefacente segno di analfabetismo giuridico ignorare che dal 2006 la RU486 è stata legalmente importata ed utilizzata in piena compatibilità con la 194 come ha appurato la Commissione

Se fossi il Presidente della Commissione, per non dare l’impressione di una posizione prevenuta contro le donne e la loro possibilità di utilizzare un farmaco innovativo, se fossi davvero in buonafede, proporrei di riprendere i lavori tra alcuni mesi per valutare l’iniziale applicazione della RU486. Conclusioni prevenute della Commissione non possono essere pese a pretesto per impedire la pubblicazione sulla GU, che attende da quattro mesi, dopo una pratica iniziata nel novembre del 2007.”
 

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