Dopo la decisione di Palazzo Madama di ritardare di fatto l’immissione in commercio della RU486, Giorgia Meloni, ministro della Gioventù, ribadisce il "pieno rispetto per le indicazioni dell'Agenzia Italiana del Farmaco” chiarendo che “il pronunciamento di ieri in Senato non deve essere letto come un tentativo improprio di ostruzionismo”. Tuttavia, aggiunge la Meloni, “e' sacrosanto che le istituzioni intendano vagliare a fondo la questione, assumendo tutte le misure necessarie a operare una scelta ponderata".
“Politichese. Le affermazioni della Meloni sono un ottimo esempio di politichese. L’esibizione retorica del nulla – afferma Annalisa Chirico, segretaria degli Studenti Coscioni e membro del Comitato Nazionale di Radicali Italiani – In violazione della legge italiana e dei vincoli europei, da quasi due anni il governo continua a ritardare l’immissione in commercio di questo farmaco abortivo. L’Italia resta il solo Paese ad aver legalizzato l’aborto, ma a non aver ancora introdotto la possibilità di optare per il metodo farmacologico. E adesso ci sentiamo dire da un’autorevole esponente del governo che c’è pieno rispetto per l’AIFA, ma tocca alle “istituzioni” operare una scelta ponderata. Insomma, l’agenzia tecnico-scientifica merita pur sempre considerazione, ma le decisioni spettano alla politica, che si improvvisa medico, tecnico, scienziato a seconda delle esigenze”.
“Dal Ministro della Gioventù vogliamo parole cristalline. – continua la Chirico - Il colpo di mano del governo è sotto gli occhi di tutti. Messa da parte l’evidenza scientifica, a chi dovremmo affidarci? Ai Sacconi o alle Roccelle di turno? Se il ministero della Gioventù serve a qualcosa, deve dimostrarlo in queste occasioni”.
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