- Dichiarazione di Valerio Federico, consigliere generale dell’Ass.ne Luca Coscioni
A seguito delle dichiarazioni rilasciate a Repubblica dalla direttrice del Centro di Aiuto alla Vita della clinica Mangiagalli, il Consigliere generale dell’Ass.Coscioni Valerio Federico replica “Il CAV della Mangiagalli batte di nuovo cassa sui giornali. Già tempo fa grazie a un appello fatto con Ferrara il CAV ottenne d’urgenza e in sfregio a qualunque prassi di finanziamento pubblico 700mila euro da Comune e Regione. I CAV sono ospitati dagli ospedali pubblici nonostante i loro militanti si oppongano espressamente“alla legge 194/78, così come ad ogni provvedimento che voglia introdurre o legittimare pratiche abortive” “.
L’esponente dell’Associazione Coscioni ricorda inoltre che “ci sono centinaia di organizzazioni no-profit che fanno i salti mortali per ottenere qualche euro dalle istituzioni partecipando a bandi severissimi, mentre il CAV della Mangiagalli li ottiene pur facendo disinformazione e attività politica in strutture sanitarie pubbliche. La dott.ssa Bonzi non accetta che debba essere la donna a decidere come abortire nel pieno rispetto della 194. La signora Bonzi vuole anche dettare i tempi necessari alla donna per decidere (che peraltro restano gli stessi definiti per legge) e infine ci informa anche sulle pratiche mediche corrette”. Prosegue Federico:”Si metta l’anima in pace dottoressa, le donne faranno le loro valutazioni, in piena responsabilità, persino in Lombardia” e conclude:” La solitudine, dottoressa, non è quella delle persone che fanno liberamente una scelta, chiedendo aiuto a chi ritengono, ma è quella di giovani donne che quando si recano in ospedale per l’intervento trovano, come accaduto a Brescia, gli attivisti dei CAV che cercano di fermarle mostrando loro foto di feti oppure un medico ciellino che urla loro “assassine” come accaduto a Melzo”.
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